Controlli a tappeto sull’attività venatoria nella provincia di Crotone
Controlli a tappeto sull’attività venatoria nella provincia di Crotone da parte della Guardia Forestale.
Nell’ambito delle attività di vigilanza, prevenzione e repressione delle violazioni compiute in danno dell’ambiente, con specifico riferimento alla difesa del patrimonio agroforestale, nei giorni scorsi il personale del Comando Provinciale di Crotone ha intensificato i servizi di controllo dell’attività venatoria.
Le pattuglie del CFS, coordinate dal Nipaf di Crotone e con il supporto del Nucleo Operativo Antibracconaggio dell’Ispettorato Generale di Roma, hanno operato in particolare in alcune località dei comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Mesoraca, Petilia Policastro, San Mauro, Roccabernarda e Rocca di Neto.
L’attività, operata dal CfS, ha riguardato il rispetto da parte dei cacciatori delle normative generali e, in particolare, anche la verifica del divieto di esercitare l’attività venatoria nelle aree boscate percorse da incendi, divieto previsto per la durata di dieci anni dall’incendio.
A seguito di un controllo è stato deferito all’autorità Giudiziaria un cacciatore, I.L., proveniente da fuori regione, trovato in possesso di un esemplare di Tortora dal Collare, specie non cacciabile, appena abbattuta con arma da fuoco. Contestualmente, gli agenti, procedevano al sequestro dell’esemplare e dell’arma, un fucile automatico calibro 12, con il relativo munizionamento. Inoltre, gli agenti della forestale, nel corso di servizi notturni, approfittando del silenzio della notte, hanno localizzato, in diverse località, i nascondigli di alcuni richiami illeciti ed hanno atteso, nascosti per diverse ore, per poter individuare gli autori.Non avendo notato nessuno, hanno comunque eseguito il sequestro del materiale scoperto, neutralizzando e rimuovendo gli ingegnosi meccanismi, protetti da involucri di ferro realizzati artigianalmente.
Sono attualmente in corso indagini per risalire ai proprietari delle apparecchiature.
Il Comando Provinciale del CFS fa presente che la legge sulla caccia n°157/92 vieta per l’esercizio venatorio l’uso dei richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico, con o senza amplificazione del suono, prevedendo per tale reato una azione penale.