Cosenza: tre scuole superiori protagoniste del progetto VIVA
È un fitto quanto impegnativo lavoro con il territorio quello che da settimane sta realizzando il MAXXI (Museo dell’Arte del XXI secolo), prestigioso partner dell’Amministrazione comunale di Cosenza, insieme all’Università della Calabria, del VIVA Performance Lab, progetto di arte contemporanea finanziato dalla Comunità Europea, attraverso il Por Calabria.
Mentre la città si appresta all’artistica invasione dei performers – otto ‘big’, nomi internazionali dell’arte performativa, ed altri otto selezionati per il workshop con la cubana Tania Bruguera che si terrà dal 1° al 7 dicembre – tre scuole superiori, con la guida esperta di Alessandra Troncone del MAXXI – si stanno preparando all’evento.
Le scuole in questione sono l’Istituto Turistico Alberghiero “P. Mancini”, il Liceo Artistico Statale di Cosenza e il Liceo Classico “Gioacchino da Fiore” di Rende. Ognuno dei tre istituti - accompagnato dall’esperta, nell’ambito di incontri collettivi, alla conoscenza dell’arte della performance prima ed alla presentazione degli otto artisti internazionali presenti nel Festival dopo - sta lavorando ad un proprio progetto artistico-culturale che si faccia interprete della dimensione partecipativa dell’evento e dei sentimenti di accoglienza e condivisione che animano questi giovani e che si esprimerà al meglio nel contatto tra loro e gli artisti e tra gli artisti e la città.
Eccoli i progetti che stanno prendendo “corpo” nelle scuole, ieri presenti con i loro gruppi di lavoro al Museo dei Brettii e degli Enotri, quartier generale del VIVA Performance Lab, per il secondo incontro con Alessandra Troncone. Il Liceo Classico di Rende prepara il racconto digitale del MAB di Cosenza con la tutorship dell’Università della Calabria; il gruppo dell’Istituto turistico alberghiero ‘Mancini’, indirizzo enogastronomico, che allestirà una cena per gli artisti, sta lavorando insieme a Dora Ricca del Centro RAT Teatro dell’Acquario, alla teatralizzazione del menù; il Liceo Artistico è impegnato nella realizzazione di un’opera scultorea e performativa che troverà collocazione dinanzi alla Casa della Musica mentre altri studenti della stessa scuola si stanno preparando al ruolo di mediatori culturali tra gli artisti e la città, nei luoghi delle performance durante la due giorni del Festival.
Al termine dell’incontro di ieri gli studenti, in collegamento Skype, hanno dialogato con Salvatore Iaconesi, programmatore esperto di nuove tecnologie, artista e performer lui stesso, rivoluzionario artefice de ‘La cura open source’, come lui stesso l’ha definita, craccando e mettendo in rete la sua cartella clinica digitale all’indomani della scoperta della malattia che l’ha colpito. Iaconesi ha sensibilizzato gli studenti alla produzione di lavori, alla raccolta di impressioni e di tutto ciò che anima, anche su un livello emozionale, il backstage del Festival. Con il suo network ‘AOS, Art is Open Source’ che osserva con la sua lente di ingrandimento l’essere umano e i suoi cambiamenti e racconta la dinamicità del mondo contemporaneo, visualizzerà in varie modalità quanto trasferito dai ragazzi, facendone anche una proiezione urbana che animerà uno dei luoghi delle performance nei giorni del Festival.