Antiracket: a Lamezia la prima delle dieci tappe di “100 strade”
"Non poteva mancare Lamezia Terme tra gli appuntamenti della campagna "100 Strade. Natale Antiracket", manifestazione organizzata dalla FAI (Federazione Antiracket Italiana) nell'ambito del Progetto PON Sicurezza "Rete di consumo critico 'PAGO CHI NON PAGA'". Anzi proprio da Lamezia Terme che è sede nazionale del progetto in un immobile di proprietà del Comune da ristrutturare con il finanziamento previsto dal PON, questa iniziativa prende corpo. - Lo rende noto l'Associazione Antiracket Lamezia – Onlus - Dopo l'anteprima e la presentazione nazionale delle "passeggiate antiracket" a Napoli, con la presenza del Capo della Polizia Manganelli, l'iniziativa invaderà altre 100 strade delle più difficili realtà meridionali per la presenza delle mafie.
Si è partiti da Lamezia Terme, la prima delle dieci tappe previste in Calabria, con appuntamento su corso Numistrano nei pressi della Villa Comunale. Insieme ai soci dell'Associazione Antiracket di Lamezia, passeggeranno e distribuiranno il materiale informativo ai commercianti, i più importanti rappresentanti delle Istituzioni provinciali, a partire naturalmente da S.E. il Prefetto dott. Reppucci, come sempre particolarmente attento e attivo nelle tematiche del contrasto al racket.
Questo è il segnale che vogliamo dare ai nostri colleghi lametini: il sostegno e la vicinanza delle Istituzioni è visibile e concreto e deve aiutare i tanti, troppi, che ancora tentennano, a convincersi che il momento è arrivato e che ci sono finalmente tutte le condizioni necessarie per liberare la nostra Città dalla stretta mortale nella quale per decenni è stata tenuta dalle cosche della ndrangheta.
Si può fare, si deve fare, anzi di più: è criminale non farlo. Niente alibi e niente comode giustificazioni per nessuno. Solo la denuncia del pizzo, in qualunque modo esso si sostanzi, ci consentirebbe di tornare ad essere cittadini liberi, soprattutto in nome di un futuro prossimo che auspichiamo diverso per le generazioni a venire alle quali imporremmo, altrimenti, anche l'onere della nostra codardia".