Coni, presentati al Cedir i risultati del progetto P.I.P.P.I. a Reggio Calabria
Nella Sala Versace del Cedir di Reggio Calabria il Settore Politiche Sociali del Comune ha organizzato, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e con il Dipartimento dell’Educazione dell’Università di Padova, il Convegno ”Progetto PIPPI a Reggio Calabria”. In questa occasione, sono stati riportati i risultati ottenuti con la realizzazione del Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione (P.I.P.P.I.), un nuovo strumento che ha creato un orizzonte centrato sulle possibilità di cambiamento della persona umana, sull’importanza delle reti sociali, dei legami affettivi, delle possibilità apprendimento e recupero anche nelle situazioni di rischio e di estrema vulnerabilità.
Erano presenti Carmela Stracuzza, dirigente U.O. Politiche Sociali del Comune di Reggio Calabria, Adriana Ciampa, dirigente per le Politiche dell’infanzia e dell’adolescenza e coordinatore nazionale del progetto, Paola Milani, responsabile scientifico del progetto, Marco Ius, tutor del gruppo scientifico dell’Università di Padova e Mimmo Praticò, presidente del Coni Calabria. La sfida che la nostra città ha inteso intraprendere è stata quella del sostegno alla famiglia d’origine, intendendo con questa sia i bambini che i genitori. Pippi è una figura metaforica delle potenzialità dei bambini e delle loro capacità di resilienza, intesa come un percorso sempre possibile, che nasce anche dalla capacità di noi adulti di vedere “il lato dritto delle cose storte”, proprio quello che usa Pippi non rappresentando la propria realtà esistenziale come quella di una povera orfana, ma come quella di una bambina fortunata e soddisfatta. Ha aperto l’incontro proprio la dirigente Carmela Stracuzza, visibilmente soddisfatta dei risultati del progetto.
“Attraverso il programma P.I.P.P.I. - afferma la Stracuzza - abbiamo portato un aiuto concreto ad alcune famiglie reggine. Ritengo questo progetto un sogno coraggioso, e credo che attraverso la forza delle idee e la collaborazione tra diversi attori sociali, si possano raggiungere risultati eccezionali superando anche gli ostacoli più grandi”. Successivamente la coordinatrice del progetto, Adriana Ciampa, ha illustrato i tratti principali di P.I.P.P.I. nella promozione della tutela del minore a livello nazionale. “Questo progetto - afferma Adriana Ciampa - si colloca all’interno della deistituzionalizzazione dei minori, ed oltre a Reggio Calabria sono state scelte altre nove città(Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Torino e Venezia), in cui sono stati individuati sette nuclei familiari per ogni città riservataria, con figli da 0 a 6 anni, o, in seconda battuta, da 7 a 11 anni, comunque a rischio di allontanamento”. La parola è poi passata Paola Milani, responsabile scientifico nazionale del progetto. “E’ la prima volta nella storia delle politiche sociali del nostro Paese - afferma la Milani - che dieci grandi città, in condizioni di grande eterogeneità nell’offerta locale dei servizi e di notevole differenza nei bisogni, abbiano aderito ad uno stesso programma sperimentale, mettendosi in gioco e destinando risorse ad un obiettivo comune: quello di sperimentare con le famiglie a rischio psico-sociale, un metodo di lavoro che potesse, in un secondo momento, diventare stabile e integrato nelle prassi dei servizi socio-sanitari ed educativi loro e dell’intero Paese”. Il presidente Praticò, invece, si è soffermato sui valori insiti nella pratica sportiva, offrendo la disponibilità del Comitato Regionale del Coni Calabria, a collaborare in iniziative di grande valore sociale come questa. “Credo che il problema principali dei giovani d’oggi - afferma Praticò - stia nella loro crescita, che in molti casi non è accompagnata nel modo corretto. Oggi i bambini crescono spesso da soli, per i molteplici impegni dei genitori, ma la pratica sportiva potrebbe di certo aiutarli sotto diversi punti di vista, come ad esempio il socializzare maggiormente con i loro coetanei, evitando quello che, a mio avviso, è uno dei maggiori rischi per i giovani: l’asocialità.” “La mia idea - conclude Praticò - sarebbe quella di riportare, attraverso l’utilizzo di impianti sportivi mobili, lo sport nelle piazze, come accadeva negli anni passati, in modo da poter avvicinare e coinvolgere i bambini in giochi sportivi divertenti.”