False dichiarazioni: Don Nuccio si dimette, la vicinanza dei parrocchiani
Reggio Calabria. Ha deciso di gettare la spugna, con un annuncio shock al termine della celebrazione della messa domenicale, Don Nuccio Cannizzaro. Il Cerimoniere del vescovo dell’Arcidiocesi di Reggio-Bova, il cui nome è finito al centro dell’inchiesta scaturita nel procedimento a carico del presunto boss di Condera-Pietrastorta, Santo Crucitti. Procedimento nel quale, il sacerdote, molto noto in riva alla sponda calabrese dello Stretto, è stato chiamato a difendersi dall’accusa di falsa testimonianza.
Ma non è questo il motivo principale che ha spinto Don Nuccio a quelle che lui stesso definisce "irrevocabili dimissioni" da tutti gli uffici ecclesiastici attualmente ricoperti e, soprattutto, da parroco della Comunità Sant’Elia di Condera. Comunità che guida da vent’anni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, le poco felici intercettazioni riferite in aula dal Capitano Palmieri e riproposte nell’ultimo di una serie di articoli che ricostruiscono le vicende giudiziarie del sacerdote. È convinto Don Nuccio che attorno a lui sia stata cucita ad hoc una campagna mediatica mirata "a denigrare la sua persona e a destabilizzare – come ha scritto nella sua missiva indirizzata all’arcivescovo Mondello – non solo la sua comunità parrocchiale, ma tutta la comunità diocesana".
"È commosso Don Nuccio - raccontano i parrocchiani - al momento del suo annuncio", tanto improvviso quanto atteso. Non per questo intende sottrarsi ai suoi doveri nei confronti della giustizia. “Mi difenderò, così come ho fatto fino ad oggi, in Tribunale” ci dice, raggiunto telefonicamente, il prete che non lesina accuse nei confronti di chi, a suo dire, “usa il giornalismo in modo antidemocratico”.
In attesa sia adesso il vescovo a pronunciarsi, a farlo sono i parrocchiani di Don Nuccio Cannizzaro, schieratisi a difesa del loro sacerdote. Davanti al sagrato della Chiesa hanno esposto degli striscioni, in cui manifestano i loro sentimenti di stima e vicinanza al parroco: “Non c’è Natale senza Don Nuccio”, si legge. Ed ancora: “la Comunità di Condera non si dimette dalla voglia di combattere contro le ingiustizie” perché “libertà di stampa, non significa libertà di distruggere”.