Fiumara: arrestato dai carabinieri un 60 enne per “stalking”
Un nuovo caso di stalking, vale a dire di atti persecutori e molestie prolungate nel tempo. Un 60 enne originario di Fiumara G.A., è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Villa San Giovanni con l'accusa di stalking in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Calabria.
Il provvedimento scaturisce da un’attività d’indagine dei Carabinieri, coordinata dal Dott. Antonio Cristillo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nella quale sono stati raccolti gravi elementi di colpevolezza a carico del soggetto in ordine a reiterate condotte di molestia, violenza e minaccia nei confronti di una trentenne residente a Fiumara di Muro; la donna a seguito del comportamento dell’anziano è stata costretta a modificare le proprie abitudini di vita trasferendosi in altra regione italiana. I pedinamenti, le minacce, le chiamate al cellulare e le molestie sono iniziati circa due anni fa; di fronte al secco rifiuto della giovane ad avere contatti, l’uomo ha continuato la sua opera di disturbo e fino a quando la ragazza non ha deciso di trasferirsi altrove per riacquistare la serenità persa. Il sessantenne ha rivolto nel tempo minacce molto gravi all’indirizzo della ragazza e di chiunque la circondava. L’arrestato, al termine delle formalità di rito è stato associato presso la casa circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il reato di stalking è entrato a far parte del nostro ordinamento giuridico a febbraio 2009 con il decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11 (convertito in Legge 23 aprile 2009, n. 38), che ha introdotto all’art. 612 bis del codice penale il reato di “Atti persecutori”, espressione con cui si è tradotto il termine di origine anglosassone “to stalk”, (letteralmente “fare la posta”), con il quale si vuol far riferimento a quelle condotte persecutorie e di interferenza nella vita privata di una persona. Il reato si configura anche quando il reo ingenera stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità della vittima.