A.R.S.S.A., Noce: si faccia chiarezza sull’utilizzo delle risorse
Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Pierpaolo Noce sulla situazione lavorativa dei dipendenti Arssa:
“Che nell’A.r.s.s.a. regnino incontrastate ingiustizie, anomalie e stranezze di ogni genere è ormai ben noto a tutti, specie ai dipendenti meno agiati. “Anno nuovo vita vecchia”, infatti, nulla è cambiato dal delicatissimo lato economico dei dipendenti, che ancora una volta sono costretti a lanciarsi in un disperato inseguimento degli stipendi, una sorta di corsa contro il tempo per evitare l’ennesima mora o l’ennesima sanzione amministrativa.
Sembra di vedere un film drammatico già visto e rivisto, sempre con le stesse scene, sempre con gli stessi protagonisti: dirigenti strapagati, sindacalisti che si limitano a tutelare interessi clientelari di qualcuno, ignorando i più deboli, infine, l’anello più debole della catena, dipendenti e operai, completamente abbandonati al loro destino, beffati perfino con storielle come cassa integrazione o ferie forzate. La spregiudicatezza con la quale operano alcuni dirigenti dell’agenzia in questione, che tra l’altro sono state più volte esposte e menzionate da alcuni dipendenti, riempiendo pagine di autorevoli quotidiani,non dovrebbero passare inosservati, ne agli occhi dei sindacati ne agli occhi delle istituzioni, specialmente in momenti difficili come questi.
Si è più volte infatti, parlato di bilancio, citando somme di tutto rispetto, si è chiesto, per la trasparenza, la pubblicazione dell’intero bilancio, citando spese e incassi e trattandosi per l’appunto di denaro pubblico si è chiesto più volte, prendendo ad esempio il bilancio del 2012 pari a trentasette milioni di euro, trasferiti dalla regione Calabria e che sommati agli incassi delle attività svolte lievitano ulteriormente, si è fatto notare che per l’appunto sarebbe opportuno spiegare con estrema chiarezza le modalità in cui sono state spese (o sprecate) queste risorse.
Quando poi si pensa che alcuni dirigenti godono di alcuni privilegi etichettati col nome di “premi di produzione o di risultato” con cifre che annualmente sfiorano i trentamila euro per ognuno dei privilegiati, diventa obbligatorio apostrofare queste vergogne con (???). Pertanto chi nell’A.r.s.s.a. ha occupato per anni e occupa ancora posti di rilievo e incarichi di potere dia le dovute risposte a coloro che per troppo tempo sono stati vittime di una evidente cattiva gestione e di quello che ha tutta l’apparenza di una casta vera e propria”.
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