Cisal: Asp Vibo, l’atto aziendale “dorme” sulla scrivania della regione
La Cisal continua ad avere la netta sensazione che il Governatore Giuseppe Scopelliti non tenga nella giusta e doverosa considerazione l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ed i suoi problemi organizzativi e gestionali. - È quanto scrive in una nota Filippo Curtosi, Segretario Provinciale Aggiunto della Cisal di Vibo Valentia - La conferma giunge dal fatto che sulla scrivania dell’assessorato alla salute pubblica continua a giacere e ad accumulare polvere la delibera del nuovo Atto Aziendale inviata dalla ex Commissione straordinaria il 9 ottobre 2012. Cosa rappresenta per l’Asp l’Atto Aziendale è cosa risaputa. Si tratta, infatti, dello strumento utile per la gestione dell’Azienda sia sul piano sanitario che amministrativo.
Oggi l’Asp continua, infatti, la sua attività sulla falsariga del “combinato”, se così si può definire, messo in piedi prima dall’ex Direttore Generale Francesco Talarico e poi ripreso dall’ex Commissario Alessandra Sarlo. Da quel che è dato sapere, successivamente, i Commissari Vincenzo Indolfi, Rosanna Bonadies e Marco Serra, tenendo presente le linee direttive legate all’applicazione del Piano di Rientro e quindi della riduzione della spesa, avevano riesaminato il testo apportando qualche accorgimento destinato a migliorare la qualità dell’offerta dei servizi, inviandolo per il “visto” alla regione Calabria. Diventa, pertanto, inspiegabile il motivo per cui l’Atto Aziendale, targato Indolfi, Bonadies e Serra, non abbia conosciuto, a tutt’oggi, un minimo di risposta.
Vien voglia di domandarsi se negli Uffici del Commissario per l’emergenza sanità in Calabria, di Via Buccarelli, a Catanzaro, forse, non c’è tempo per esaminare la richiesta proveniente dalla direzione aziendale di Palazzo ex Inam ? Oppure a chi bisogna votarsi per far capire al Governatore Giuseppe Scoopelliti ed ai suoi più immediati collaboratori che il proposto Atto Aziendale merita quantomeno una risposta, sia essa positiva o negativa ? – Prosegue Curtosi -La Cisal spera che il documento organizzativo della sanità pubblica vibonese venga al più presto preso in esame.
Così come spera che lo stesso Governatore dia una legittima spiegazione sul perché al vertice aziendale vibonese sia stato nominato un Commissario e non un Direttore Generale. Fermo restando che il biglietto da visita presentato nelle scorse settimane da Maria Pompea Bernardi resta attendibile. In ogni caso non è detto che la competenza e la passione messi a disposizione dallo stesso attuale Commissario siano sufficienti per riportare la gestione della sanità vibonese alla “normalità” anche se è importante realizzare nuovi e più produttivi stimoli.
Forse è anche giusto non dimenticare che i problemi di cui soffre l’Asp in tutte le sue articolazioni ospedaliere e territoriali non sono di facile soluzione, così come non basta convincersi che la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero possa rappresentare la panacea di tutti i disagi e le difficoltà esistenti. Ecco perché rimboccarsi le maniche e chiedere “condivisione” nel programma di ripesa dell’attività non appare sufficiente per rimuovere ogni tipo di ostacolo che oggi relega la sanità vibonese in basso alla speciale graduatoria di chi eroga servizi e prestazioni sanitarie. Oggi, più di ieri, occorre capire meglio lo stato di salute dell’Azienda in tutte le sue sfaccettature ed assicurare un piano di attuazione innovativo e credibile.
Da qui la necessità di contare su un Atto Aziendale capace di interpretare lo stato dei bisogni, la riorganizzazione dei servizi e l’assunzione di responsabilità più piene da parte soprattutto delle risorse umane. – Conclude Curtosi - In tutto questo le idee del Governatore Giuseppe Scopelliti è ovvio contano molto. Se il suo sguardo sulla sanità vibonese rimane ancora distante vuol dire che il territorio, soprattutto, la classe politica e dirigente, non sono stati capaci di inculcargli l’essenza della gravità dei problemi.