Elezioni. Il Pdci Cosenza ad Oliverio: “servilismo referenziale”

Cosenza Politica

“Qual'è il termine che meglio si confà alla politica italiana da quando il porcellum dirige le urne? Un solo epiteto racchiude in buona sostanza tutto il marciume dell'attuale fase politica, ‘servi’. Servi del padrone di turno che detta ordini e ruoli. Lo abbiamo visto a livello nazionale con i cambi di casacca di pseudo deputati che per amor della poltrona non hanno esitato a lasciare i partiti nei quali sono stati eletti. Lo abbiamo visto alle ultime elezioni regionali uomini “se uomini possono essere chiamati” che hanno carpito la buona fede degli elettori e che subito dopo eletti hanno cambiato bandiera. Stiamo assistendo ad una simile farsa anche alla provincia di Cosenza dove sei personaggi, a cui evidentemente si addice la genuflessione, hanno abbandonato i rispettivi partiti per prostrarsi ai piedi del presidente Oliverio che non ha mai esitato a calpestare la dignità dei partiti con l'unico obiettivo di asservire la politica alle esigenze degli interessi del partito democratico”.

Lo sostiene in una nota stampa Giovanni Guzzo, Segretario provinciale del Partito dei Comunisti Italiani, Federazione provinciale di Cosenza, nella quale aggiunge che “Appena venuto fuori il risultato delle ultime elezioni provinciali apparve lampante che i consiglieri eletti alla provincia di Cosenza non erano stati eletti dai partiti, ma nominati con un sistema di voto che definiremo per correttezza “poco tradizionale”, si notò subito che partiti all'apparenza inesistenti in alcune realtà diventavano primo partito, e cioè nelle realtà dove dovevano essere eletti i consiglieri. La scelta dobbiamo ammettere è stata molto oculata. Talmente oculata che è bastato che in Calabria facesse capolino una rivoluzione civile per far dichiarare a questi soggetti di appoggiare alle elezioni il centrosinistra”.

“Sarebbe stato più veritiero affermare che - prosegue Guzzo - alle prossime elezioni politiche staranno con la poltrona, perché di questo si tratta. Siamo sicuri che si stia mettendo in gioco con questa mossa anche il futuro assetto della regione Calabria, e chi ubbidirà ai dettami del capo non solo sarà ricompensato in questa legislatura ma potrà avere sicuramente un ottimo curriculum per occupare un ruolo importante nella composizione del prossimo organigramma regionale”.

“Una volta l'appartenenza ad un partito piuttosto che ad un'altro – continua la nota - era una scelta guidata dalla visione che uno aveva del mondo, da qui traeva forza il partito comunista, dalle idee, che ne facevano un baluardo di speranza per le classi meno ambienti. E questo appartenere al partito comunista rendeva gli uomini meno vulnerabili alle sirene che sempre hanno suonato nel mondo della politica. Cambiare partito era come perdere un pezzo della propria dignità, significava tradire il mandato che uomini e donne che credevano in qualcosa avevano magnanimamente offerto all'eletto”.

“Ora invece – continua - si assiste alla degenerazione più insulsa che si potesse solo immaginare ai tempi di Enrico Berlinguer oggi ci si offre al miglior compratore, il dramma è che però questi mercenari della politica vengono pagati con i soldi della collettività. In cambio del loro servilismo il presidente Gerardo Mario Oliverio offre assessorati, consiliature, e posti di sottogoverno. Non è forse questa corruzione? Non è forse questo un tradimento nei confronti degli elettori? Ma non bisogna farsi meraviglia la politica delle poltrone ci ha abituati a ben altro, ci ha abituati al fatto che qualunque cosa gli elettori scelgano si può fare sempre in maniera diversa. Basta guardare i referendum, il popolo italiano ha detto no alla privatizzazione dell'acqua ma i politicanti non vogliono recepire questa volontà. E caduto un governo! E i politicanti non hanno chiesto al popolo da chi volesse essere governato. La crisi della politica è una crisi di sistema, la politica non può essere relegata ai personalismi, perché l'uomo è ambizioso per natura e sarà sempre la propria ambizione a prevalere”.

“Riteniamo questa squallida vicenda il punto più basso che la politica calabrese abbia mai toccato e di questo i responsabili non sono solo i sei transfughi, ma – conclude Guzzo - chi ha deciso di calpestare la dignità dei partiti chi ha deciso che tutti devono essere al suo servizio. Grazie di questa perla della politica. Presidente Oliverio!”.