Università Catanzaro: Ventura, “sono pronto a dimettermi”
"Se il problema sono io, che credo di costituire una risorsa, mi posso fare da parte immediatamente, per evitare anche il buio della mia esistenza. Mi frena solo il timore di una licealizzazione provinciale della Istituzione alla quale ho dedicato ventitré anni di lavoro e di vita e la sua federazione con altre realtà, a danno della città di Catanzaro, che con me sarebbero quantomeno difficili".
Lo si legge in una nota del direttore del dipartimento di scienze giuridiche dell'Università di Catanzaro, Luigi Ventura. "In merito alla nota stampa diramata da Giuseppe Mazza, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell'Università "Magna Graecia" di Catanzaro, - si legge nella nota - si precisa che martedì non è convocato un "Consiglio di Dipartimento", bensì un Consiglio della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, che - e non "occasionalmente"- sarà presieduto dal suo direttore, il prof. Alberto Scerbo. Per chiarezza bisogna aggiungere che il Consiglio di Dipartimento - le cui date di convocazione sono stabilite ad inizio anno accademico- è sempre presieduto dal direttore, prof. Luigi Ventura e, solo in casi di sua indisponibilità, dal vice direttore, prof. Fulvio Gigliotti". Per quanto concerne più specificamente la questione della Scuola di Specializzazione, Ventura, si fa rilevare, "ha già provveduto a destinare, in via sussidiaria rispetto agli organi competenti e probabilmente a discapito delle esigenze degli studenti dei Corsi, unità di personale alla Scuola, sguarnendo la segreteria didattica del Dipartimento che, come è noto, non serve soltanto alle discipline di Scienze Giuridiche, ma anche ai corsi di Economia e di Scienze Sociali. Non si capisce perché - dichiara il prof. Luigi Ventura - si faccia spesso disinformazione sulla vita del Dipartimento i cui organi, invece, hanno a cuore il problema della Scuola di Specializzazione.
Sto pensando seriamente -afferma ancora Ventura- alla mia uscita di scena, vale a dire alle mie dimissioni, che però, nell'eventualità', saranno rese note in una conferenza stampa nella quale saranno comunicate, per tabulas, le responsabilità precise e nominali di un gesto così importante, decisivo e destabilizzante per una istituzione-gioiello dell'Ateneo 'Magna Graecia' di Catanzaro", che non può in modo assoluto sottostare all'idea di una sua posizione "ancillare", al disinteresse anche interno dei suoi diritti ed esigenze, alle private ambizioni, al prevalere di poteri che nulla hanno da spartire con l'Accademia".