Donazione sangue, Marcianò: valore morale e religioso
"Il valore del dono, riporta alla nostra attenzione il grande tema della gratuità. Un tema che mostra tutta la sua attualità nel nostro tempo, nella cultura utilitarista che ci pervade. Chi testimonia che la logica del dono ha ancora spazio nelle scelte e nei cuori degli uomini porge, pur inconsapevolmente, un messaggio – o meglio una “testimonianza” – di valore straordinario. E ciò che è più straordinario è che tale testimonianza si compie in modo realmente ordinario!"
È, questo uno dei passaggi più importanti dell’intervento dell’arcivescovo della diocesi Rossano – Cariati Santo Marcianò, nella gremita Aula Magna dell’Itis “G.Mazzone”di Cariati che ha ospitato sabato scorso il convegno da titolo “Donatori di vita, testimoni di valori” organizzato dall’Avis di Cariati. Nella relazione, spaziando da Giovanni Paolo II a Papa Bendetto XVI, Marcianò ha messo in evidenza il grande valore morale e religioso della donazione, come dono di sé e come grande atto di amore, di cui la società ha immenso bisogno non solo per salvare tante vite umane, ma come massimo e insostituibile testimone di dono della vita.
Non si dona semplicemente qualcosa di proprio – ha spiegato il Vescovo – si dona qualcosa di sé. Ma il fatto che il corpo sia oggetto, anzi soggetto di dono, proietta la nostra riflessione sul fatto che il corpo umano può partecipare alla generosità della persona, al sacrificio, se volete alla sofferenza, per amore. Il corpo – ha continuato – non è da mercificare, come sarebbe se dicevamo esso fosse oggetto di commercio; ma non è da mercificare neppure nel senso di essere asservito al piacere, alla pornografia, al commercio nella pubblicità o nei mass media. (…) La donazione di organi – ha proseguito Marcianò – come ricorda Benedetto XVI, è una forma peculiare di testimonianza della carità. In un periodo come il nostro, spesso segnato da diverse forme di egoismo, diventa sempre più urgente comprendere quanto sia determinante per una corretta concezione della vita entrare nella logica della gratuità. Esiste, infatti, una responsabilità dell'amore e della carità – ha concluso – che impegna a fare della propria vita un dono per gli altri, se si vuole veramente realizzare se stessi.
Ad aprire i lavori del convegno moderato dal presidente dell’associazione Damiano Montesanto, è stato il padrone di casa, Prof. Gerardo Aiello, dirigente dell’IPSIA. Il presidente dell’Avis nel corso del suo intervento ha tratteggiato il lavoro svolto in quest’ultimo anno dall’associazione, a partire dall’incontro con i giovani nelle scuole superiori e nelle parrocchie, che ha creato grande partecipazione ed entusiasmo e che ha dato grande impulso alle donazioni sensibilmente incrementate in questi primi mesi del 2013. Il Prof. Giovan Battista Romio, presidente dell’Avis di Corigliano e di Giuseppe Albamonte, consigliere provinciale dell’Avis di Cosenza, si sono soffermati sull’attività dell’Avis e sull’indispensabile partecipazione, al suo interno, dei volontari. La Dottoressa Maria Teresa Bua, del centro trasfusionale di Rossano, ha spiegato gli aspetti più tecnici della donazione. Con l’aiuto di alcune slide, ha operato una efficace e mirabile sintesi di concetti non sempre semplici con un linguaggio chiaro e comprensibile a tutti. Il Prof. Francesco Rizzuti, Vice Presidente dell’Avis Regionale della Calabria, ha,infine, esposto problemi e aspetti presenti all’interno dell’organizzazione invitando tutti ad un maggiore impegno per renderne più efficaci le azioni e le ricadute positive sulla società.
All’affollato incontro, erano presenti diverse associazioni, tra le quali gli Amici del Cuore, i Cicloamatori di Cariati, la Confraternita di Misericordia di Scala Coeli, i preti delle parrocchie e, tantissimi donatori, tra cui gli alunni del Liceo Scientifico e dell’Ipsia di Cariati. Era inoltre presente, la squadra di calcio “La Cariatese” insieme al presidente Filomena Greco e all’allenatore Antonio Cosentino, tutti donatori.