Riforma dell’Arsac, Coldiretti: occorre aria nuova tra la dirigenza
A sei anni dalla messa in liquidazione e a tre mesi dalla Legge Regionale (n.66 del 20.12.2012) di riforma dell’Azienda di Sviluppo dell’agricoltura si registra una totale paralisi dell’attività della “ribattezzata azienda” che dovrebbe contribuire tangibilmente ad assicurare servizi qualificati al settore agricolo. Si procede a un ritmo troppo lento e fotografiamo che i numeri e l’attività continuano ad essere drammaticamente impietosi e restano sostanzialmente immutati, naturalmente in negativo.
Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, continua ad essere convinto di quello che, insieme alle proposte, aveva affermato in sede di audizione sulla proposta di Legge e cioè che non bastava cambiare l’acronimo, ma occorreva far camminare la riforma libera da posizioni dominanti con una coraggiosa azione politica e manageriale che doveva correggere le distorsioni indegne di una regione che vuole respirare aria nuova nelle stanze di Viale Trieste a Cosenza.
Si continuano ad iniettare – continua Molinaro -nelle logore membra dell’azienda più che cospicui finanziamenti che gravano sul bilancio regionale e sui cittadini, che testimoniano di fatto il fallimento di tutto il managment che -vedi reclutamento ultimo – in un impeto di autoreferenzialità vuole continuare ad auto conservarsi mentre occorre “aria nuova” con la possibilità di attingere a professionalità anche esterne che davvero possono in base ad obiettivi misurabili e verificabili, far fare il salto di qualità all’azienda regionale.
Bene ha fatto l’assessore Trematerra a sospendere la procedura di reclutamento del management aziendale –commenta Molinaro - ma adesso con realismo chiediamo che ci sia una discontinuità netta con il passato. La riforma potrà funzionare se si attua e rafforza con tempestività, altrimenti, si aggiungono ulteriori costi senza alcuna produttività e beneficio per l’agricoltura. Al presidente Scopelliti che in questi giorni ha affermato che “tanti troppi enti sono un palla al piede per la regione”, spetta il compito di dare questo segnale senza guardare a tessere di partito o posizioni di rendita ma scegliendo i migliori attraverso procedura concorsuale. Sarebbe davvero un bel segnale –evidenzia – Molinaro.