Crotone, tutto esaurito ed entusiamo per il concerto di Massimo Ranieri
Entusiasmo alle stelle per il concerto che Massimo Ranieri ha tenuto ieri sera al Palamilone nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale “Crotone Città della Canzone d’Autore”.
Sono accorsi in migliaia per assistere alla proposta dell’assessore alla Cultura Antonella Giungata e dell’assessore allo Spettacolo Mario Megna realizzata in collaborazione la GF Entertaiment e con il coordinamento di Bruno Palermo sostenuta attraverso un finanziamento PISU (Programma Integrato Sviluppo Urbano).
C’era attesa tra gli appassionati di tutte l’età per la perfomance dell’artista partenopeo e il suo “Sogno e son desto” non ha deluso.
La serata crotonese di Massimo Ranieri era cominciata con la consegna da parte dei giovani assessori della Giunta Vallone, Antonella Giungata e Mario Megna, di un’opera del maestro orafo Michele Affidato.
Disponibile, affabile, sorridente Massimo Ranieri si è informato sulle proposte culturali messe in campo dall’amministrazione comunale.
La conosceva e l’apprezza Crotone, Massimo Ranieri che tornava in città a distanza di qualche anno. Quel concerto in Piazza Pitagora, ancora promosso dall’amministrazione comunale, fu un trionfo, ma ieri sera è stato qualcosa in più.
Nel suo camerino, l’artista partenopeo accoglie il maestro Michele Affidato, abbraccia Vincenzo, un bambino crotonese suo grande fan che gli ha scritto una letterina e che gli regala fiori e cioccolatini, scherza con un compaesano che vive a Crotone sulla rivalità dei quartieri storici della sua Napoli.
E poi il concerto aperto con la storica “Vent’anni” e gli occhi, e le emozioni, gli applausi sono tutti per lui.
L’ex scugnizzo di Santa Lucia che è stato un credibilissimo Domenico Soriano nel rifacimento televisivo di “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo ed un gradevolissimo padrone di casa in recentissimi spettacoli televisivi in prima serata sul palco allestito nell’impianto crotonese ha dato il meglio di sé come cantante ed artista a tutto tondo.
Coadiuvato da una band di grandissimi musicisti, l’artista partenopeo omaggia mostri sacri della musica leggera come Umberto Bindi in una versione particolarmente emozionante de “Il Nostro Concerto”, Luigi Tenco con “Vedrai Vedrai”, Giorgio Gaber, Lucio Battisti.
Si rivolge al pubblico, scherza sull’età che passa, dice “al Sud abbiamo la musica nel sangue”. Ed il pubblico ricambia, si appassiona, si emoziona, tributa una standing ovation alla fine di una grandissima esecuzione de “La Voce del Silenzio”.
Non si risparmia Ranieri e propone i classici della canzone napoletana come “Era de Maggio” o “O’Marenariello”. Dal palco ricorda Roberto Murolo, invia un pensiero a Giorgio Strehler, parla di Papa Giovanni XXIII, della sua famiglia: il padre, il nonno pescatore, le difficoltà degli inizi, la povertà. Parla di solidarietà e della straordinaria ricchezza che può regalare all’animo l’arte.
Canta amabilmente le canzoni di De Gregori, di Pino Daniele, di Charles Aznavour.
Spazia nei generi: la sceneggiata (O’Zappatore), la macchietta (Pamela), la parodia (E Allora). Omaggia Domenico Modugno con una struggente versione di “U Pisci Spada”
Passa disinvoltamente dalla poesia di Alda Merini al dramma di Shakespeare, recita Collodi ed indossa la paglietta di Nino Taranto e propone una divertente versione di “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè.
E poi i suoi successi: “Erba di Casa”, “Mi Troverai” e naturalmente “Perdere l’amore” che tutto il Palamilone canta insieme a lui.
Ed uscendo soddisfatte le migliaia di persone ripassano a mente una sua canzone. Perché ciascuno ha un suo “Massimo Ranieri”, un grande artista che è realmente la colonna sonora di questo paese.