Scopelliti sul rapporto del Censis
Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale – ha così commentato il rapporto del Censis:
“Il rapporto presentato dal Censis fornisce uno spaccato preoccupante ma deve esserci utile per capire come reagire immediatamente ad una fase negativa mondiale che coinvolge anche il Sud Italia. Per troppo tempo i governi che si sono susseguiti hanno cercato di trovare soluzioni idonee alla rinascita del Mezzogiorno, chi più attivamente e chi meno ha provato a far ripartire una zona dell’Italia da sempre ritenuta un peso. Il nostro non è un territorio così disgraziato su cui non scommettere, basterebbero pochi accorgimenti per avviare la scintilla del rilancio. Lo Stato dovrebbe garantire un grande investimento nelle infrastrutture per il miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari già esistenti. Potenziando questi due aspetti il Sud sarebbe già più attraente agli occhi degli investitori italiani e stranieri.
Se a questa operazione si aggiungesse una reale sburocratizzazione per la costruzione di nuove installazioni industriali in rispetto di una ecologia e di uno sviluppo sostenibile e una vera defiscalizzazione per le nuove assunzioni, nel giro di poco tempo ci troveremo a poter gestire una delle aree più ricche in produzione e scambi commerciali del Mediterraneo. Solo così si potrebbero trasformare i rapporti negativi sullo stato dell’economia del Sud Italia in un felice quadro di sviluppo e armonia. Nessuno potrà più parlare di disoccupazione perché potremo permettere ai nostri giovani di rimanere nella loro terra a lavorare, una maggiore crescita demografica, una migliore sanità senza migrazione per le cure ma fiduciosa nelle eccellenze che si trovano nelle regioni del meridione italiano. E’ arrivato il momento di far smettere le chiacchiere e di agire. Non serve un programma fantascientifico ma un programma di buon senso che potremmo tradurre nelle parole di Seneca: "Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, è perché non osiamo farle che diventano difficili”.