Arcivescovo di Reggio: “Dalla Pasqua, la gioia della libertà”
"In questo momento cosi' delicato e carico di speranza della vita della Chiesa e del mondo - con nel cuore la commozione per il forte gesto di rinuncia di Benedetto XVI e la gioia di avere già avuto da Dio il dono dell'umile Papa Francesco come Vescovo di Roma e Pontefice della Chiesa universale - sento vivo il bisogno - nell'imminenza della celebrazione del mistero di Cristo, morto, sepolto e risorto - di rivolgermi a tutti voi, ad ognuna delle comunità cristiane delle quali siete parte viva, per esortarvi ad accogliere nella pienezza questo singolare momento di grazia, questo passaggio del Signore, che vuole condurci - anche attraverso l'esperienza dura della croce - alla gioia della liberta'". Lo afferma l'arcivescovo di Reggio Calabria, monsignor Vittorio Mondello, nel messaggio di Pasqua. Quello che stiamo per vivere e' il momento più alto nel cammino dell'intero anno liturgico: la grande Settimana, che si apre con la Domenica della Passione o delle Palme e culmina con la Domenica della Risurrezione. Se riusciremo a viverla pienamente ed intensamente, può diventare per noi, presbiteri e fedeli, come e magari piu' di un corso di esercizi spirituali".
"Se, infatti - dice ancora l'arcivescovo - "accompagneremo" Cristo nella totale offerta di Se - dall'Ultima Cena alla solitudine del Getsemani, dalla notte della cattura e degli insulti alla tragica esperienza dei tribunali che lo giudicano e lo condannano a morte, dalla flagellazione alla Via crucis, dalle parole di perdono che pronuncia innalzato da terra, fino alla morte; e poi dal silenzio del sepolcro al grido della Risurrezione - avremo, per grazia, la possibilità di entrare nel mistero della sua vita e di permettere alla sua forza divina di varcare le soglie della nostra fragilità umana. Ma questa "esperienza pasquale" non e' solo liturgica. Se la inseriamo, infatti, nell'attuale momento storico, segnato dall'infittirsi di una crisi, che non e' solo economica, ma attraversa l'essere stesso dell'uomo; e l'accostiamo ai sofferti problemi del nostro territorio e della nostra gente, dentro - tra l'altro - una stagione politica colma di lacerazioni e di confusioni, può diventare il segno di una impensata strada di speranza. Perchè la Pasqua ci annuncia che, se e' vero che le radicali difficoltà, il non-senso, il dolore e la morte lacerano il tessuto della nostra storia, e' anche certo che non e' quella l'ultima parola. Oltre la morte, infatti, il Risorto sveglia la vita. E apre "strade di speranza" dentro l'orizzonte delle nostre fatiche. Ed e' questo l'augurio, fratelli e figli carissimi, che rivolgo a tutte e a ciascuna delle nostre comunità, mai come in questi giorni "radunate insieme": che il seme della speranza, inserito da Gesù nei solchi dei nostri passi, ci permetta di riconoscerLo soprattutto li' dove egli ama nascondersi: negli ultimi della terra, nei "senza nome e nei senza diritti", negli "esperti di solitudine e di abbandono", nelle vittime dell'odio, nei bastonati della storia, nei relitti del mondo. Diventiamo, fratelli miei, con umilta' e coraggio - conclude monsignor Mondello - testimoni del Risorto! Porteremo cosi', dentro ogni fatica e disperazione umana, il germe di una vita nuova. Buona Pasqua a tutti".
Fonte Agi