Simeup Calabria sul caso del bambino napoletano morto per soffocamento da cibo

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“E’ notizia di questi giorni: un bambino di 4 anni muore per soffocamento presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli. Mentre consuma il pasto a scuola, un pezzo di mozzarella ha ostruito le vie aeree facendolo soffocare. In attesa dell'ambulanza, il personale della scuola lo ha condotto in auto al pronto soccorso ma, purtroppo, non c'è stato nulla da fare.

Ancora una volta non è stata fatta la cosa giusta. Nessuno conosceva la manovra di disostruzione, una manovra semplice, la manovra di Heimlich che avrebbe potuto salvare la vita del bambino.

Una tragedia assurda, un dramma che si verifica troppo spesso ma, può essere evitato, secondo la Simeup (Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica). “In Italia, ogni anno, circa 50 bambini muoiono per soffocamento da cibo. Occorre lavorare per diffondere ampiamente le manovre di disostruzione pediatrica - ha dichiarato la dott. ssa Stefania Zampogna, componente del direttivo nazionale Simeup -. Una procedura che permette immediatamente di salvare la vita del bambino in situazioni di questo genere.”

“La Simeup contribuisce da anni, su tutto il territorio nazionale, a questo tipo di formazione con lezioni mirate e aperte a tutti - ha affermato il dott. Giovanni Capocasale, componente direttivo nazionale Simpeu -. Già nei mesi scorsi, a Catanzaro e Crotone siamo scesi nelle piazze per insegnare alle mamme, ai papà, ai nonni, agli operatori scolastici formati questa tecnica salvavita.” Nei giorni scorsi, i pediatri della Simeup si sono riuniti a Montecarlo per mettere a punto una strategia a riguardo e formare pediatri italiani e francesi.

E’ stata istituita la prima Rete Nazionale di esperti in formazione per le manovre salvavita: 100 istruttori pronti a tenere i corsi in tutta Italia. “Ci stiamo attivando in modo che i corsi siano da subito operativi anche nella nostra regione - ha concluso la dott.ssa Anna Maria Sulla, presidente regionale Simeup -. Intendiamo collaborare con tutti, sanitari e laici. Vogliamo arrivare a tutta la popolazione calabrese, ad esempio rivolgendoci a genitori non vedenti e non udenti, o con figli disabiliti, ma anche a genitori extracomunitari”.”