Libri: Badolati e Minisci raccontano la giustizia ad un alieno
Complessa, contraddittoria, inapplicabile. La giustizia italiana è un sistema precario. Che spesso lascia i cittadini smarriti, increduli di fronte all'incertezza della pena. Mentre il crimine, occasionale, organizzato o dissimulato, resta impunito. Molti uomini di legge, eroi quotidiani e sconosciuti, tentano di reagire: denunciano, indagano, resistono. E non si sottraggono alle proprie responsabilità, compresa quella di spiegare a un curioso extraterreste come e perchè in Italia la legge rischi di non essere uguale per tutti. Un omino verde proveniente da un'altra galassia e' il protagonista del libro "La giustizia italiana raccontata a un alieno" scritto dal magistrato della Procura di Roma, Francesco Minisci, titolare della nuova inchiesta aperta per far luce sulla morte di Pierpaolo Pasolini, e dal giornalista Arcangelo Badolati, caposervizio del quotidiano "Gazzetta del Sud". Il volume, edito dalla Rubbettino, racconta le incongruenze, le storie di ordinaria ingiustizia e i paradossi prodotti dal sistema giudiziario italiano. I due autori, basandosi su vicende reali, dimostrano quanto esigue siano spesso le pene inflitte ai responsabili di gravi reati; quanto dannoso e inutile si sia rivelato l'indulto; quanto complesso sia diventato lottare le cosche mafiose; quanto facile sia divenuta la vita per i cosiddetti "colletti bianchi" che delinquono in giro per l'Italia; quanto, ancora, sia vantaggioso e redditizio per faccendieri e imprenditori senza scrupoli lucrare illegittimamente fondi dall'Unione europea; quanto, infine, si mostri farraginoso il nostro ordinamento, pieno di trappole e, sostanzialmente, incapace di offrire risposte a chi invoca giustizia. La prefazione del volume, che sara' in libreria da domani, e' di Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, mentre l'introduzione e' firmata da Giuseppe Maria Berruti, membro del Consiglio Superiore della Magistratura.