Scilla: l’accademia Pentakaris con gli ultimi per un percorso di crescita sociale
Poco prima di raggiungere la piazza principale, svoltiamo a destra e alla fine di una piccola traversa parcheggiamo la nostra auto. Davanti a noi si apre uno scenario straordinario; ci troviamo infatti presso la Casa della Carità di Scilla, una casa di riposo e cura situata in un angolo della cittadina da cui si domina il Castello, il porto ed il borgo di Chianalea. Un luogo ideale dove, L’Accademia dei Saperi Creativi Pentakàris, sempre impegnata nella sua instancabile attività culturale, ha organizzato in collaborazione con i responsabili, Don Domenico Marturano, Adolfo Galletta e gli operatori della Struttura, un pomeriggio di condivisione di emozioni forti attraverso dei momenti musicali, riflessioni sui valori e in generale una panoramica sulla società moderna e sulla cementificazione umana che viviamo quotidianamente, il tutto prendendo spunto dal libro di poesie in vernacolo del poeta Bruno Martorano, dal titolo ‘Nc’ era na vota……e ora?
Di fronte ad un pubblico attento, il Professor Martino Parisi, Presidente dell’Accademia dei Saperi Creativi, ha sapientemente illustrato i tratti salienti dell’opera, sottolineando l’importanza e lo sforzo necessario e direi vitale per il recupero di valori “sotterrati” da falsi modelli di vita e dalla perdita di identità da parte dell’ essere umano. Aspetti peraltro rafforzati dall’ intervento di Don Domenico Marturano. La lettura delle poesie, accompagnate dal sottofondo musicale del maestro Pino Puntorieri, ha creato un’atmosfera di grande commozione, che ha raggiunto i suoi massimi livelli, quando il Maestro ha eseguito alcune poesie da lui stesso musicate. Un momento bello, di condivisione e di cultura al di fuori dagli schemi e dai “tipi di spettacolo” a cui oggi siamo ormai abituati. Temi di grande profondità umana, morale e spirituale sono affiorati dai versi del poeta vernacolare Bruno Martorano, il quale con quella domanda perentoria ed inquietante: “e ora?”, non ha voluto prospettarci una visione pessimistica, ma ha lasciato spazio fra le righe, alla speranza, cercando di far capire che il tempo non va soltanto in avanti, ma può anche essere circolare e salvare, nella sua corsa, le cose importanti della vita.
Al termine tanti gli applausi del numeroso pubblico che gremiva la sala conferenze della casa della carità, oltre ai ricoverati erano presenti parenti,amici della struttura e tanti rappresentanti di associazioni di volontariato. Gli occhi lucidi e qualche lacrima di commozione hanno confermato ancora una volta il concetto che l’arte non è mai fine a se stessa ma è un potente mezzo di aggregazione capace di far sognare e viaggiare senza mai partire. L’Accademia Pentakàris ancora una volta si è fatta interprete di tale concetto regalando a tutti i presenti momenti di grande valore artistico e non solo.