Le sfide della Coldiretti alla nuova giunta regionale
“Dopo aver assolto con scrupolo ad ogni tipo di passaggio, la partenza della giunta regionale rinnovata adesso deve filare fluida e serena, il lavoro che l’attende è complesso ma indispensabile e deve iniziare bene trovandola pronta come per una nuova giornata impegnativa e importante”. Così Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, saluta la rinnovata Giunta Scopelliti e rivolge ai nuovi assessori e al sottosegretario gli auguri di buon lavoro. La riconferma all’agricoltura dell’Assessore Trematerra la salutiamo come un buon viatico ma adesso dopo la fiducia del Governatore Scopelliti, deve guadagnarsi quella degli agricoltori della Calabria. Il come è presto detto! Rendere più funzionante la struttura burocratica del dipartimento, che a tre anni non ha sempre mostrato efficienza e spesso non ha dato risposte rapide sia nella gestione dei fondi comunitari che per le risorse ordinarie. Troppi, i viaggi della speranza al Dipartimento, con file dietro le porte aspettando la auspicata “firma”. E poi, più concertazione progettuale sul tema delle riforme ed in particolare: sugli enti strumentali e sulla scelta delle priorità. Essere pronti – continua – è una grande cosa, una facoltà preziosa che implica fermezza, analisi, decisione questo gli agricoltori si aspettano, nell’interfaccia con altri Dipartimenti regionali anche loro “ammalati dal potere dell’ultima firma”. Molinaro, lancia poi all’esecutivo Regionale due sfide, che, precisa, vanno nella direzione della “buona e sana amministrazione”. La prima: approvare subito in Consiglio regionale l’assestamento di Bilancio. La L.R. 8/2002, prevede che esso venga approvato entro il 30 giugno di ogni anno, previo deposito presso il Consiglio Regionale del Rendiconto Generale dell’esercizio finanziario precedente (anno 2012). Perché allora propone Molinaro, non fare uno sforzo straordinario e approvare l’assestamento velocemente, in modo da contribuire a dare respiro all’economia e sfruttare in tempi certi quel “tesoretto” di cui si parla, rinveniente dai risparmi: sui costi della politica, dalla sanità, dai Fondi FAS, dalle riforme e dalle risorse liberate provenienti dalla precedente programmazione dei Fondi Comunitari 2000-2006. La seconda sfida: riformare la macchina amministrativa-burocratica regionale, mettendo ad esempio a regime l’era del digitale e dare più spazio a quei dirigenti che sono in grado di dare soluzioni e risposte: serve anche a recuperare risorse. Per le famiglie e le imprese, la tempistica nelle decisioni è importante, subire gli eventi, oggi provoca sfiducia e la fiducia invece è un aspetto vitale. Investire su queste urgenze – conclude -significa dare una boccata di ossigeno all’economia e dispiegarne un effetto positivo ed espansivo a partire da subito.