Amendolara, le tradizioni arcaiche dei fuochi di San Vincenzo
Quella dei Falò di San Vincenzo è una tradizione tramandata per oltre mezzo millennio e che coinvolge l’intera popolazione, partendo dalla stessa costruzione delle enormi pire, da bruciare al passaggio della processione laica, per ben due giorni di seguito.
Per realizzare ognuna di esse, con migliaia di fascini di ulivo disposti attorno ad un altro tronco di pino fissato da funi ai bordi delle strade, occorre duro lavoro e fede. Gli artigiani delle pire, quartiere per quartiere, si arrampicano aiutati da scale per raggiungere altezze record. Bastano poche decine di minuti per mandare le pire in fiamme e fumo, accuratamente appiccate dai veterani fuochisti del paese. Ma la vera particolarità, che rievoca ancestrali riti pagani e goliardici, sta tutta nei cosiddetti “puntilli”, vere e proprie barriere umane al passaggio del corteo diretto ai vari fuochi. I protagonisti del “puntillo” impediscono l’accesso costringendo gli altri a “spuntellare”, con movimenti sincronici accompagnati da canti e cori fino, quindi, a liberare la strada. E non finisce qui. Giunti al cospetto della pira, agli organizzatori è riservata l’opportunità di esigere, dalla banda musicale che segue il corteo, danze e musica ad oltranza prima di concedere l’accensione! Un tira e molla suggestivo che coinvolge tutto il centro storico con il rione Borgo e il rione Quintone, fino al mattino successivo.