Restituita alla sovrintendenza un’anfora calcidese. Consegnata oggi l’opera recuperata all’estero dai carabinieri
Presentata stamani al Comando dei Carabinieri di Reggio Calabria, l'anfora calcidese, proveniente da un traffico clandestino internazionale di reperti archeologici. Attraverso indagini condotte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, pare che nel 1995, una società svizzera di proprietà di un cittadino italiano, allocata nel porto franco di Ginevra, commercializzasse reperti italiani in tutto il mondo esponendoli in caveau blindati. I militari ne hanno ritrovati e sequestrati migliaia, di varie tipologie ed epoche. A seguito delle indagini scaturisce, che nella vicenda erano coinvolti anche Inghilterra, Germania, Francia e altri paesi, quindi mercanti, antiquari e responsabili di musei. Mentre la vicenda processuale era ancora in corso, i responsabili di importanti musei americani, hanno contattato il Ministero per i Beni Culturali ed i Carabinieri per verificare la lecita provenienza dei beni in possesso delle loro collezioni. A concludere il negoziato per primo, fu un noto museo di Boston, che restituì i beni. Tra i tanti, provenienti da ogni parte del mondo vi è l'anfora calcidese del VI sec.a.c., che oggi, alla presenza del Capitano Giovinazzo del Nucleo Patrimoniale dei Carabinieri di Cosenza, del colonnello Carlo Pieroni dei Carabinieri di Reggio Calabria, è stata consegnata alla soprintendente per i beni archeologici Francesco Bonami.