Confcommercio Catanzaro affianca l’appello del presidente Sangalli alla politica
“Sono le piccole e medie imprese che sorreggono buona parte del Pil regionale. L’economia reale è rappresentata, infatti, dal tessuto economico terziario, artigianale e commerciale, eppure pochi sono stati gli interventi diretti al nostro comparto”. Secondo il presidente di Confcommercio Catanzaro Pietro Tassone, non si è data la giusta attenzione a chi ha un peso specifico notevole nell'economia regionale e chiede alla Regione di aprire il dialogo con gli imprenditori maggiormente rappresentativi al fine di “individuare quelle politiche sociali ed economiche che, partendo dalla centralità delle agevolazioni alle famiglie, fungano direttamente come azioni di stimolo ai consumi, generando così un circolo virtuoso del quale tutti potranno beneficiare”.
Confcommercio Catanzaro affianca l’appello lanciato giovedì scorso dal presidente nazionale Carlo Sangalli nel corso dell'Assemblea di Rete Imprese Italia a Roma: "è ora che la politica faccia finalmente la sua parte, perché le imprese da sole non ce la fanno più".
“Il grido di dolore lanciato dalle PMI calabresi – afferma il presidente Tassone - ed in particolare modo da commercianti e operatori turistici è stato inascoltato o forse superficialmente affrontato. L'industria produce poco meno del 16% del reddito regionale (11 punti percentuali in meno del settore nazionale), e assorbe il 17% degli occupati (31% la media italiana), di cui ben oltre la metà gravita nel comparto dell'edilizia. L'agricoltura, invece, contribuisce alla formazione del reddito con il 6,4%, più del doppio della media nazionale (2,3%), e occupa ben il 15% degli addetti totali (4,4% in Italia)”.
“Verso il nostro comparto – afferma - nessuna ipotesi di fiscalità agevolata, nessuna elaborazione di bandi che potessero stimolare gli investimenti nel settore, nessuna politica di sviluppo guidata da una pianificazione a medio e lungo termine. Appare difficile comprendere i moniti provenienti da dirigenti di altre categorie che possono godere di numerosi rappresentanti nelle "stanze dei bottoni" e che sono stati sicuramente destinatari di importanti interventi mediante bandi comunitari e non, o politiche di accesso al credito agevolate”.
“Siamo fiduciosi– conclude Tassone –, ma non possiamo più accettare tempi biblici perché i commercianti come tutti gli altri operatori economici del settore stanno soffrendo la stretta di una crisi che affonda le sue radici in dinamiche diverse che si intrecciano tra loro in un vortice di inefficienze e speculazioni, malaffare e cattiva gestione della cosa pubblica, scarsità di nuovi modelli economici e fallimento di quelli sino ad oggi conosciuti, dilatarsi della distanza fra politica e territorio, fra istituzioni e mondo associativo”.