Prosciolti impiegati comune Belcastro accusati di peculato
E' caduta l'ipotesi d'accusa di peculato per la quale rischiavano il processo quattro dirigenti del comune di Belcastro e un vigile urbano dello stesso centro del catanzarese, sospettati di aver utilizzato le utenze telefoniche dei rispettivi uffici per telefonate personali. Lo ha deciso il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro che oggi, accogliendo la richiesta dei difensori degli indagati, gli avvocati Vincenzo Ioppoli e Concetta Stanizzi, oltre alla dorttoressa Filomena Brescia, ha sentenziato il non luogo a procedere per tutti. Le cinque persone erano state coinvolte in un'indagine condotta dai carabinieri della stazione di Belcastro, coordinati dal sostituto procuratore di Catanzaro, Carlo Villani, che tenendoli sotto controllo avevano ricostruito tutta una seria di telefonate, andate avanti per almeno due mesi - da luglio a settembre del 2008 - effettuate dai dipendenti pubblici a parenti ed amici per motivi personali.
Si tratta, in particolare, della dirigente dell'Ufficio ragioneria del Comune di Belcastro, Amelia Brescia, alla quale erano contestate 76 telefonate, gran parte delle quali effettuate verso le utenze dei due figli; e poi Giuseppina Riccelli, Istruttore amministrativo e responsabile dell'Area demografica e amministrativa del Comune di Belcastro, per 29 telefonate; Rosina Iannotta, responsabile dell'Ufficio tributi, per 37 telefonate; Aquino Rocca, responsabile Area tecnica, per 24 telefonate; e il vigile urbano Antonio Riccelli, per 28 telefonate. L'impianto accusatorio, però, non ha retto al primo vaglio dell'autorità giudiziaria che a conclusione dell'udienza preliminare ha prosciolto tutti. (Agi)