Violenza sulle donne. Convenzione di Istanbul, De Gaio: aprire un dibattito

Cosenza Attualità

Riceviamo e pubblichiamo lettera di Anna De Gaio, Componente Progetto Donna, indirizzata al Presidente del Progetto Donna Calabria, Vicepresidente della Giunta Regionale della Calabria, Antonella Stasi:

“Pregevolissimo Presidente,

Mentre tutta l’Italia piange la nostra conterranea Fabiana Luzzi , la Camera dei Deputati ha votato all’unanimità la convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne. È importante aprire un dibattito politico e culturale su cosa in concreto cambierebbe per le tante vittime di abusi fisici, psicologici e sessuali. A tale esigenza non può rimanere esclusa la nostra comunità regionale che anzi, dato il suo retaggio storico e sociale, deve essere all’avanguardia nell’azione e nella proposta culturale.

L’Italia è stato tra i primi paesi a ratificare il trattato, e questa è senz’altro una pagina di buona politica anche alla luce dell’emergenza femminicidio in Italia. Questo momento è senza dubbio un punto di svolta per l’Italia che deve debellare dal suo interno la cultura della “subalternità” femminile. La ratifica della convenzione pone in essere un cambio di passo culturale, nella considerazione della violenza contro le donne. Infatti, il sopruso contro le donne viene inserito tra le violazione dei diritti umani e viene, altresì, riconosciuta la natura “strutturale” della violenza in quanto basata sul genere. Si stabilisce che gli Stati debbano promuovere ed eliminare ogni forma di diseguaglianza e discriminazione, adeguando la normativa nazionale, nonché procedendo al sostegno delle organizzazioni deputate alla loro protezione.

Ma cosa cambia in concreto per le donne italiane? Tutto dipenderà da quanto sarà determinante l’impegno di far vivere concretamente quanto previsto nelle enunciazioni della carta. È opportuno convocare una riunione della commissione ” Progetto donna” presso la Regione Calabria, onde discutere delle iniziative da intraprendere nell’ottica di una concreta attuazione dei principi menzionati. In tale ambito deve ritenersi imprescindibile un’ attività di divulgazione e coinvolgimento delle istituzioni ad ogni livello, in primis del mondo scolastico.

Molte volte gli episodi di violenza coinvolgono anche i minori ed a tal fine risulta ancora più importante l’informazione e la formazione di un habitat culturale mentale conscio del rispetto e della tutela della donna, monitorando il sorgere di atteggiamenti violenti o prevaricatori. Tali processi virtuosi possono essere attuati con semplicità e senza nessun dispendio di denaro, ma mettendo in campo una sana azione di volontariato .

È necessario stimolare, nell’ottica del ruolo proprio del “Progetto Donna”, le istituzioni presenti sul territorio, affinché sviluppino le azioni necessarie. Per quanto detto, caro Presidente le chiedo di convocare un’apposita seduta di commissione che superi le sterili polemiche e vada al cuore del “problema femminile”.”