Rossano: demolizioni a Zolfara, tutto fermo
Demolizioni non ultimate e nessuna bonifica sull’area. Contrada Zolfara di Rossano sempre più abbandonata a se stessa. E ai cumuli di detriti e spazzatura che abbondano ad uno schioppo dalla spiaggia. Strade sterrate, resti di calcinacci, tralicci della luce senza cassetta e con fili scoperti e tombini senza copertura che con le piogge danno vita a delle fogne a cielo aperto. Ciò che rimane “indenne” da tale incuria sono quei villaggi turistici che sorgono nelle immediate vicinanze già pronte per accogliere i turisti.
Contrada Zolfara fino a non molto tempo fa, era meta ambita di vacanzieri calabresi, ma anche di tutta la penisola: imprenditori e politici avevano comprato casa proprio sul mare. Tuttavia oggi qui sono evidenti i segni di un abbandono che continua a creare disagi e disservizi ai cittadini così come all’intero sistema turistico che stenta sempre più a decollare. Facciamo un piccolo passo indietro, agli anni ’70 ,quando una colata di cemento scatena una vera e propria corsa al mattone sulla costa. Prezzi contenuti e la possibilità di avere una villetta con vista sul mare invogliano tanti ad investire. Affari ghiotti, che ben presto si trasformano in un business incontrollato in cui si ipotizza addirittura che vi siano stati dei veri e propri “venditori” di aree demaniali. E tutto si consuma sotto gli occhi delle istituzioni e della società civile. Con il passare del tempo, a tali immobili vengono garantiti anche allacci per l’energia elettrica e i servizi idrici e fognari, il che viene interpretato dai proprietari di allora come una sorta di “diritto acquisito” determinato dalla “legittimazione” implicita, riconosciuta da parte della pubblica amministrazione nonostante l’assenza di concessione edilizia.
Ci vorrà il 2000 perché si inizi a “ripulire” la costa, con l’esecutivo dell’epoca guidato da Giuseppe Caputo che decide di dare il via all’azione di bonifica accendendo i motori delle ruspe. Si comincia da Torre Pinta-Galderati, dove in gran parte sono gli stessi proprietari ad accollarsi i costi delle demolizioni, e si continua in contrada Momena e, in parte, a Zolfara. Proprio in questa zona l’operazione di bonifica subì una brusca interruzione, anche per via dei numerosi contenziosi legali. Poi il salto al 4 aprile del 2008, periodo in cui torna in funzione il caterpillar sul demanio marittimo in contrada Zolfara. Ben 50 i fabbricati da demolire, per 82 unità immobiliari e circa 45mila metri cubi di cemento. Il tutto nell'ambito di un progetto regionale di interventi sui cosiddetti “ecomostri”. Il maxi-intervento si rese possibile grazie ai fondi comunitari. Ad aggiudicarsi la gara è la ditta padovana Ardea che provvide così all’abbattimento delle costruzioni, iniziando dalla villetta dell’ex boss di Rossano Pasquale Tripodoro, attualmente collaboratore di giustizia. Ma da quel giorno, a parte qualche timido intervento, la situazione è ripiombata nel silenzio. In quel silenzio più “duro” anche del... cemento.