Concerto omaggio a Verdi alla Biblioteca nazionale di Cosenza
Uno spettacolo squisito quello presentato dall’ICAMS alla Biblioteca Nazionale di Cosenza, dedicato al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi.
Nonostante il pomeriggio molto afoso sabato 22 giugno, la sala Giacomantonio della Biblioteca Nazionale era folta di un pubblico numeroso e molto eterogeneo, musicisti e appassionati d’opera lirica e non mancava qualche risorgimentale attratto dalla figura del compositore di Busseto noto per la sua figura di icona dell’unità d’Italia. Le loro aspettative non sono state deluse, anzi, forse non si immaginavano di trovarsi in un contesto così affascinante, immersi tra spartiti, manoscritti e stampe dell’800, rianimati da una serata fatta di brindisi, racconti e musica. La mostra che è stata allestita dagli operatori della Biblioteca, sarà visitabile per un paio di settimana ancora, anche se mancherà la splendida musica che le faceva da cornice l’altra sera, arricchita dai racconti del pianista Paolo Luciani.
Lo spettacolo ha avuto due momenti, il primo quello che ha visto al pianoforte un vero talento cosentino, uno di quelli autentici, il pianista Paolo Manfredi, che ha eseguito delle parafrasi di F. Liszt su temi di Giuseppe Verdi, per testimoniare il riguardo che il grande compositore ungherese nutriva verso il compositore italiano, che non hanno mancato di emozionare il pubblico in sala, merito soprattutto del suo raffinatissimo tocco arricchito da esperta interpretazione .
La seconda parte dello spettacolo è stata una sorpresa, per l’originalità proposta, nondimeno con semplicità, instaurando così un clima conviviale tra artisti e presenti in sala, che hanno così gustato un evento di inconsueta bellezza. Il pianista Paolo Luciani in triplice veste di interprete, presentatore, narratore ha ambientato la scena in un tipico salotto di fine ‘800 e inizi del ‘900, e tra le arie cantate dal tenore Stefano Tanzillo e la soprano Raffaella Adduca, e con le variazioni e fantasie su arie verdiane con il violino di Pasquale Allegretti, quattordicenne di raro talento, e il flauto di Claudia Pochini, nota e stimata musicista della città, ha raccontato gli intrighi dei libretti d’opera nonché della vita della società del tempo, non mancando di fare arguti riferimenti alla società di oggi.
Riflessioni divertite ma anche di spessore culturale, che non potevano che trovare il consenso degli ospiti in sala, sin dal primo commento introduttivo “l’opera lirica è la componente più importante della cultura italiana dell’800; se negli altri paesi europei fioriva la letteratura, Flaubert, Stendhal, Tolstoy, Dostoevskij, da noi avveniva questa anche esagerata esplosione del melodramma che ha avuto in più il merito di essere da subito apprezzata in tutta europa, e soprattutto vissuto a tutti i livelli sociali. Se c’è stata una vera unità di Italia, senza dubbio lo è stata nell’opera lirica, quando tutti si riconoscevano italiano con orgoglio grazie al “bel canto” .
Oggi saremmo meno rispettati come italiani se non fosse stato per il Melodramma con compositori come Verdi, ma anche Rossini, Donizzetti, Bellini, Puccini, Mascagni e tanti altri, invece migliaia di giovani nel mondo studiano l’italiano solo per poter leggere i nostri libretti”. I numerosi applausi hanno sancito il beneplacito di tutta la sala, che trascorse due ore dall’inizio della manifestazione, ancora chiedeva dei bis.