Turbativa d’asta , sette arresti in Piemonte: colpo alla “locale” di Volpiano
Dalle prime ore del mattino è in corso una vasta operazione condotta dalle Squadre Mobili di Torino, Novara e Biella, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Roma, che stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, a carico di 7 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di turbativa d'asta aggravata dalle modalità mafiose e intestazione fittizia di beni.
L'aggravante mafiosa viene contestata in quanto la turbativa d'asta sarebbe stata realizzata per agevolare l'associazione di cui farebbero parte due degli arrestati: il locale di 'ndrangheta di Volpiano e limitrofi. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip, su richiesta del Procuratore Capo di Torino, del Procuratore Aggiunto Dda, e dei sostituti Dda. Nel corso dell'operazione è stato effettuato anche un sequestro di beni.
I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà in Questura a Torino alle 11 alla presenza del Procuratore Capo Giancarlo Caselli. (Agi)
h 15:31 | Tra gli arrestati ci sono Pietro Paolo e Vincenzo Portolesi, già indagati al processo Minotauro come esponenti della locale di Volpiano, da cui erano usciti patteggiando pene rispettivamente a 11 anni e due mesi e a sette anni e quattro mesi. A entrambi erano state sequestrate società, tra cui una che gestiva un parco auto. Per riuscire a rimpossessarsi nuovamente dei camion, i Portolesi, secondo l’accusa, dal carcere avevano architettato un piano per fare sì che all’asta fallimentare partecipassero altri due arrestati, ritenuti loro uomini di fiducia, che avevano escluso gli altri partecipanti turbando la gara e riacquistando così sedici camion.
L’operazione è stata portata a termine anche attraverso l’intermediazione di altri due arrestati, Lorenzo e Giuseppe Di Giovanni, siciliani, già conosciuti dagli inquirenti. Il settimo arrestato è Antonio Piazzata, nipote dei Portolesi. I beni riacquistati sarebbero stati intestati a una società fittizia, tornando di fatto nelle mani dei Portolesi.