Maiolo (Pd): “La tradizione delle esposizioni del Made in Calabria”
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta ha annunciato il 15 luglio scorso che, dopo aver raggiunto quota 131, lo scorso 7 luglio, con l’adesione di Malta, sale a 132 il numero dei Partecipanti Ufficiali all’Esposizione Universale di Milano prevista per il 2015. Nel ringraziare il Primo ministro di Malta Joseph Muscat, il Presidente ha aggiunto: “Vogliamo un’Expo con spirito europeo e grazie alla vostra partecipazione e quella della Grecia sarà molto Mediterraneo”. E' quanto scrive il consigliere regionale del Pd, Mario Maiolo.
"Si apre - continua Maiolo - una fase d’importante sviluppo per l’economia dei paesi del Mediterraneo, per l’internazionalizzazione e quindi, anche per la nostra regione che, come ho già avuto modo di affermare in un mio precedente intervento, deve e può cogliere l’occasione di partecipare all’Expo 2015 per farsi conoscere ma anche ri-conoscere.
Riconoscere sì, nel senso di farsi nuovamente conoscere, perché la tradizione calabrese, nell’ambito delle Esposizioni Universali, ha una lunga storia che risale all’Esposizione Universale di Parigi del 1867 nella quale la Calabria era presente.
Durante l’esposizione universale di Parigi del 1867 la provincia di Reggio Calabria era presente con il corallo, come testimonia la “Relazione alla Camera di commercio e arti” intitolata Il corallo nella provincia di Reggio di Calabria (1867) di Giuseppe Gaetani di Filippo, e con i fichi secchi. Questi ultimi sono stati riconosciuti e insigniti del marchio di qualità sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea solo nel 2010.
Da Corigliano Calabro arrivarono a Parigi i cotoni italiani, considerati di grande pregio, provenienti da aziende importanti. Sono le aziende di Alfonso Abate, Cimino, Auletta, Pataro e Tarsitano. Da Davoli esponeva la ditta Corapi, mentre da Catanzaro Mazza (L’Italia alla esposizione universale di Parigi nel 1867, rassegna critica, descrittiva, illustrata, Raçon, Le Monnier, 1868).
I premi per la qualità assegnati alle ditte calabresi riguardarono diverse categorie di prodotti e furono i seguenti: i Fratelli Barracco (Catanzaro) furono premiati per il vino (medaglia d’argento); De Gaetano Filippo per i cereali (medaglia di bronzo) e per la pasta (menzione onorevole); Alcalà Emanuele per arance e cedri (menzione onorevole); i Fratelli De Rosis (Cosenza) per formaggio e parmigiano (menzione onorevole) e, infine, la sotto-commissione di Catanzaro per l’esposizione di vini (menzione onorevole).
La disamina - conclude Maiolo - necessariamente veloce, di questa tranche di storia che ci riporta nel passato ma che permane attuale, vista la prossima Grande esposizione Universale e la congiuntura economica, non deve risultare oziosa, anzi. Essa può rappresentare un elemento di nuova riflessione, quasi una presa di coscienza e un moto di orgoglio, per comprendere i percorsi di valorizzazione dei prodotti calabresi e per riportare alla memoria la capacità internazionale della nostra regione che detiene il possesso di diversi prodotti unici e rari, un patrimonio notevole che deve essere valorizzato".