Condanna a 6 mesi per l’omicidio di una bambina: sdegno di “Unalottaxlavita”

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"La città di Corigliano registra una nuova pagina oscura per il suo quotidiano vivere. Da qualche giorno si è appreso dalla stampa che una pediatra, la dottoressa Barletta, è stata condannata dal tribunale di Rossano per la morte di una bambina di Corigliano. Omicidio colposo l’accusa, appena sei mesi il verdetto di condanna. Può valere sei mesi la vita di una bambina? Può valere sei mesi la perdita di un figlio per i genitori? In questi giorni assistiamo a condanne esemplari di cinque e sette anni per induzione alla prostituzione e poi chi uccide prende sei mesi , con in più naturalmente senza trascurarlo il risarcimento del danno. Quanto vale la vita di un figlio?

Sono queste le domande che papà Gabriele Montera, presidente dell’associazione unalottaxlavita si pone e le rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al presidente del consiglio Enrico Letta ed al ministro di grazia e giustizia Cancellieri. E poi ecco che riappare la casta, quella casta che protegge il camice bianco come se chi lo indossa non fosse uguale agli altri, anzi al servizio degli altri.

“Sono il papà di una bambina disabile vittima di mani umane in camice bianco, nonché il Presidente dell’Associazione unalottaxlavita, con sede nazionale a Corigliano Calabro, che conta in Italia presenze in 16 Regioni su 20 con relativi coordinatori regionali. Anche per mia figlia Giulia pende un procedimento penale presso il tribunale di Rossano ed ironia della sorte anche per il processo di mia figlia è stata chiamata in causa la dott. Barletta………………“ Comincia così la lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di Gabriele Montera, “ Sorpresa e dissenso - continua la missiva - per la lieve condanna inflitta ad una dottoressa di Corigliano Calabro per aver ucciso un bambino, sdegno per il periodo di reclusione inflitto, sei mesi.

Eppure la dottoressa è ancora in Ospedale, neanche l'allontanamento dal reparto o altre sanzioni accessorie, eppure tutto scorre normale quasi come a voler rappresentare un banale incidente di percorso che presto si spera passi nel dimenticatoio. No, non si può dimenticare la morte di un bimbo seppur per la legge Italiana la punizione è di soli sei mesi. Non può tutto passare in sei mesi o peggio riscoprire che non è più colpevole magari in un giudizio di grado superiore. Allora ben venga la legge divina, quella certe cose e certi danni non li sconta anzi te li porti dentro e ti macinano di rimorsi sempre se un cuore lo si ha. Ci chiediamo ora, e per ora, che è condannata la dottoressa Barletta perché dichiarata colpevole da un tribunale, come guarderà i suoi figli visto che una figlia di altri lei l'ha uccisa.

“A Lei signor Presidente e agli Organi competenti – conclude la nota- chiediamo di intervenire e se questa è l’interpretazione della legge intervenire e con fermezza. Non si può uccidere e prendere solamente sei mesi di condanna, salvo ulteriori gradi di giudizio, solo perché si è medici. La giustizia Italiana se continua così perde di credibilità. Non si può rimanere inermi davanti al dramma di una famiglia alla quale hanno ucciso la figlia due volte, l’altro ieri compreso, si l’altro ieri compreso perché questa non appare giustizia. Sarebbe opportuno cambiare le leggi, facciamo funzionare questo sistema molto diverso tra i singoli alla sbarra. La prego prima che altri possano pagare ancora, non attenda altro tempo. Le invio, accanto ad alti segni di stima, i ringraziamenti più calorosi anche a nome delle persone con disabilità dei nostri territori e delle famiglie".”