Appello del circolo di Bisignano al commissario regionale del Pd
“Un partito nuovo e democratico è tale, indubbiamente, se costruisce forme di partecipazione e consenso adeguate ai tempi attuali, sensibile alle aspettative e alle richieste dei cittadini, capace di creare l’interesse più generale intorno alle sue proposte”. E’ quanto si legge in una nota del circolo del Pd di Bisignano indirizzata al commissario regionale del partito.
“In tal senso – continua la nota - il ruolo del partito è quello di canalizzare la partecipazione e darle forma e voce; il ruolo dei suoi militanti è quello di essere il partito e di essere, nello stesso tempo, il tramite tra esso e la cittadinanza, tra esso e l’elettorato.
La vitalità e la forza del partito, tanto più sono evidenti e tanto più sono attivi nel suscitare la partecipazione esterna, quanto più i suoi militanti sono espressione vera della sua effettiva costituzione e del suo effettivo sviluppo.
Il Partito Democratico in questa direzione ha fatto passi in avanti importanti e ha contribuito notevolmente a rinnovare e svecchiare il sistema politico nel suo complesso, anche se, in talune situazioni ha mostrato di esservi trascinato da spinte particolaristiche e contingenti, piuttosto che da effettive riflessioni sul metodo e sul modo per pervenirvi.
Aver introdotto le primarie come sistema per la scelta del candidato premier alle elezioni nazionali e regionali, si è dimostrato un metodo popolare e democratico; aver consentito il voto popolare è stata l’ovvia conseguenza per pervenire a una scelta che fosse generalizzata e costituisse un’anticipazione della scelta elettorale successiva.
Anche la modifica dello statuto, al fine di consentire la partecipazione come eleggibile non al solo segretario del partito, può essere considerata come un logico avanzamento sulla strada del rinnovamento e della democrazia… ma, su questa strada, è possibile concedere la stessa considerazione a quello che alcuni propongono per la scelta del futuro segretario del partito?
Il presidente del consiglio e il presidente della giunta regionale, scelti dall’ elettorato e destinati a reggere le sorti della nazione e della regione, è giusto che, come abbiamo detto, siano indicati dai cittadini – elettori attraverso primarie di designazione.
E’ ugualmente giusto che il segretario del partito possano sceglierlo i cittadini non iscritti a quel partito o, addirittura, anche quelli che non sono e non saranno elettori di quel partito?
Crediamo di no. Per il motivo sopra detto, ma, soprattutto, per il fatto che la scelta di un segretario non ha valore generalizzabile all’interesse dell’intera popolazione (se non in termini di opportunità, offerta anche agli avversari politici, di condizionare la vita stessa del partito).
Il partito, come abbiamo detto, sono (dovrebbero essere) i suoi iscritti e militanti: essi ne costituiscono il nerbo ideale e materiale; essi sono (dovrebbero essere) i costruttori e i referenti delle sue regole e della sua organizzazione; a essi sono (dovrebbero essere) demandate le scelte per la realizzazione dei suoi organismi e dei suoi dirigenti, a tutti i livelli.
Il partito forma se stesso, costituisce se stesso, modifica se stesso attraverso le istanze di partecipazione attiva dei suoi iscritti.
Chi farebbe eleggere il segretario del circolo ubicato nel più sperduto o piccolo villaggio all’intero corpo elettorale ivi presente?
Chi farebbe eleggere il segretario nazionale del partito all’intero corpo elettorale della nazione?
Chi avrebbe interesse ad iscriversi ad un partito dove le scelte (attraverso il segretario anche quella della linea politica del partito) possono essere compiute senza essere ad esso organici?
Nessuno farebbe queste cose, a meno che una persona democratica (o un partito) sia tanto democratico da andare contro i suoi stessi interessi (o contro quelli del partito).
Ma una persona (o un partito così) - conclude la nota - non sarebbe fautrice della democrazia, lo sarebbe semmai del democratismo che, come è noto, è la malattia infantile degli imbecilli”.