Reggio Calabria: in crisi, nonostante i saldi, il settore abbigliamento
La crisi non fa sconti, saldi in rosso nel settore abbigliamento per i commercianti reggini. Il calo nelle vendite del comparto, nonostante il periodo degli sconti, nella provincia di Reggio Calabria si attesta oltre il 30%. E' quanto emerge dai dati forniti all'Agi da Confcommercio e Confesercenti. I saldi, secondo la normativa regionale, sono iniziati il 6 luglio e termineranno il 31 agosto. "Sono iniziati quasi contemporaneamente in tutta Italia - spiega il presidente Confcommercio provincia di Reggio Calabria, Giovanni Santoro - ma noi abbiamo la spada di Damocle rappresentata dalla vicina Sicilia, che ormai e' quasi consuetudine che inizi i saldi un po' prima e mette in difficolta' noi, ma a ben vedere si tratta di una guerra tra poveri con i dirimpettai messinesi.
Quel che una volta risultava un momento risolutivo di una stagione commerciale ha subito prima un cambiamento, diventando un momento di speranza, e oggi il periodo dei saldi viene considerato dall'operatore commerciale come la certificazione di uno stato di profonda crisi in cui viviamo". "I settore tradizionali come abbigliamento e calzature - spiega ancora Santoro - hanno subito una brusca frenata rispetto all'anno scorso mediamente del 27% sul dato nazionale, che nella realtà di Reggio Calabria è arrivata a oltre il 30%, assestandosi esattamente al 32%.
La ragione del calo va ravvisata anche nella situazione particolare che stanno vivendo i cittadini del nostro capoluogo, dove anche il settore impiegatizio vede a rischio il pagamento dello stipendio o una sua decurtazione a causa della situazione insanabile degli enti di riferimento, una realta' che non aiuta certo la voglia di fare shopping. A questo c'è da aggiungere la grande distribuzione, che crea una grossa differenza tra il piccolo commerciante sottoposto a numerosissimi vincoli tra i quali balzelli tributari, e una concorrenza spietata che costringe ad aperture quasi continue per 365 giorni all'anno".
"Occorre dare un segnale di fiducia a tutti - auspica Santoro - da parte degli amministratori centrali, la tranquillità del pagamento dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, una diminuzione del carico fiscale per le attività commerciali, e certamente togliere anche il solo pensiero di poter aumentare l'aliquota iva. Da parte dei commercianti c'è tutta la buona volontà, siamo da 5 anni sotto crisi e cerchiamo di resistere, ma nei primi sei mesi del 2013 si sono rivolti a noi per chiudere oltre 200 imprese". I dati negativi di Confcommercio trovano esatta conferma anche nella situazione fotografata da Confesercenti, che tramite il vice presidente nazionale Ciccy Cannizzaro ribadisce un calo nel settore in provincia di Reggio Calabria dal 30 al 35%.
La crisi colpisce anche il comparto turistico: "C'è un calo del 20% - afferma Cannizzaro - nel settore turistico a livello regionale, a livello nazionale fino al 16%. Nel reggino, dalla jonica alla tirrenica e' un coro di lamentele, dal lunedi' al venerdi' ogni stabilimento ha 7-8 persone, poi magari il sabato arriva ad avere 30-40 persone, e la domenica altrettanto, ma finisce qui. Evidentemente non arriva gente". "Siamo in profonda crisi - certifica Cannizzaro - bisogna incidere subito, altrimenti sarà la fine delle nostre imprese. Se chiudono i negozi, chiudono le luci, muoiono le citta'". Infine, a dare la misura della gravità, emerge che perfino i "mattatori" dell'economia globale iniziano a soffrire: "Anche i cinesi sono in calo a Reggio e provincia - svela Cannizzaro - c'e' stata qualche chiusura e nel rapporto tra apertura e chiusura il dato e' negativo".