Il Collettivo Altra Lamezia al fianco dei precari
L'associazione lametina, in merito alle proteste dei tantii precari lametini che in questi giorni stanno protestando per la perdita del posto di lavoro, afferma:"Il Collettivo Altra Lamezia si schiera al fianco di tutti i lavoratori in lotta per difendere il proprio posto di lavoro, siano essi docenti o ricercatori o impiegati o operai e appoggia incondizionatamente tutte le forme di protesta che metteranno in atto". "In una citta' con un tasso elevatissimo di disoccupazione come Lamezia Terme - continuano i rappresentanti del Collettivo Altra Lamezia - si dovrebbe fare di tutto per incentivare nuovi posti di lavoro e salvaguardare chi il lavoro ce l'ha, ma purtroppo la crisi si fa sentire ancora piu' forte dove la situazione non e' delle migliori e cosi impianti di produzione come la Treofan chiudono lasciando trenta famiglie per strada. A questo si aggiungono anche i tagli della finanziaria che, anziche' ritoccare i costi della politica o le spese inutili quali gli armamenti militari o le missioni all'estero, vanno a pesare sulle classi gia' a rischio, ovvero i precari. Due esempi si possono trovare gia' nella nostra citta': da una parte ci sono i precari della scuola, uniti oggi nel comitato scuola precari Lamezia Terme, che in questi giorni hanno portato avanti lo sciopero degli scrutini per protestare contro i tagli alla scuola che impedirebbero a molti di loro, lavoratori con contratto annuale, non solo a non essere assunti a ruolo, ma a non avere riconfermato nemmeno il contratto annuale. Situazione questa che colpira' in modo particolare le regioni del Sud. Dall'altra i ricercatori e i precari dell'Ispesl, in stato di agitazione dopo la notizia dei tagli a questo ente che incidera', anche in questo caso, sui posti di lavoro". Il lavoro, concludono i rappresentanti del Collettivo Altra Lamezia, "dovrebbe essere un diritto fondamentale per tutti e dovrebbe essere la normalita' di tutti, ma purtroppo non e' cosi: si studia, si fanno sacrifici tanti anni per restare disoccupati e, se va bene, precari".