Famiglia: quando madre e figlia abortiscono insieme
La storia di "una ragazza calabrese di 14 anni, in ospedale per abortire, che si rivolge al Centro di Aiuto alla Vita per esporle i suoi dubbi, ma quando una volontaria contatta la mamma si sente rispondere che tutto è deciso e che anzi madre e figlia si stanno preparando ad abortire insieme perché anche la genitrice è in attesa", è stata raccontata da Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, nel dibattito in corso alla Settimana Sociale dei cattolici italiani. Il tema dell'educazione, ha sottolineato Casini, parlamentare europeo e ex giudice di Cassazione, "è assolutamente centrale se vogliamo difendere la famiglia".
Luisa Santolini, storica presidente del Forum delle Famiglie, gli ha fatto eco: "il problema vero - ha detto - è che oggi trasmettiamo ai nostri figli il messaggio che tutto è uguale, indifferente: è lo stesso se si studia o non si studia, se ci si sposa o si convive o ancora si resta a casa con i genitori, e poi se si fa un figlio o si abortisce". Marco Griffini, presidente dell'Associazione amici dei bambini, ha parlato della "reazione nucleare dell'accoglienza, che si sperimenta quando un genitore adottivo vede che suo figlio o sua figlia a sua volta adotta un bambino".
"L'uomo nuovo è figlio del mondo: in Italia mancano i bambini, adottiamoli dove sono abbandonati, se poi loro faranno lo stesso il nostro Paese sarà salvo, l'Africa ci può salvare", ha affermato Griffini sottolineando che l'Aibi considera San Giuseppe protettore dei genitori adottivi, perché padre putativo questo significa". Alla proposta si è associata anche la teologa siciliana Ina Siviglia, che ha chiesto più attenzione pastorale per le famiglie affidatarie e adottive, che invece nel momento del bisogno, quando il ragazzo o la ragazzo presentano disagi e difficoltà serie, si sentono sole, specie se non hanno i soldi per chiedere aiuto a uno psicologo.
All'inizio sono seguiti, poi le presenze di accompagnamento vengono meno, mentre in genere i problemi aumentano. "La famiglia è una relazione eterosessuale sancita da un patto pubblico", ha ricordato invece il sociologo Sergio Belardinelli, commentando le parole del cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione che ha aperto la Settimana Sociale di Torino. Per Belardinelli, "una guerra civile’ sulla famiglia sarebbe devastante per la comunità. La sua grandezza non sta in relazioni da Mulino Bianco’, ma nel fatto che - nonostante le durezze e le asprezze - continua a essere un luogo privilegiato nel quale le persone si accolgono, si sentono amate, imparano ad affrontare il mondo, prendono coscienza della loro libertà...".
Il cardinale Bagnasco, aggiunge il sociologo, "ha ricordato un'evidenza antropologica di fondo: c'è un elemento non dipendente da noi. La follia del nostro tempo è aver pensato che nell'uomo, essendo un animale culturale, la natura sia un optional. Non c'è niente di più drammatico di quella che Hegel chiamava dialettica del riconoscimento’. La chiusura nell'individualismo è una delle più grosse follie del pensiero contemporaneo". (AGI)