‘Ndrangheta, arcivescovo Morosini: “Denunciare i sorprusi”
"La Madonna ci consolerà e ci aiuterà a sconfiggere la criminalità organizzata, se noi lotteremo contro di essa. E la prima arma é la denuncia. Fratelli, denunciate ogni atto di prevaricazione o di intimidazione, ogni tentativo di estorsione o di minaccia. Abbiate il coraggio". É l'appello lanciato stamane dall'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria Bova, Giuseppe Fiorini Morosini, in occasione dell'omelia pronunciata in onore della Madonna della Consolazione, patrona della città.
"La paura - ha detto il presule - lega la nostra libertà e la nostra gioia di vivere. Tiriamoci fuori da ogni compromesso, anche se piccolo, con la criminalità organizzata, in nome della nostra fede e della nostra dignità di cittadini. I vantaggi economici che possiamo trarre dalla commistione con il crimine, non saranno mai fonte di gioia e di serenità, perché su di essi pesa la giusta repressione dello Stato". Monsignor Fiorini Morosini ha fatto riferimento al commissariamento del Comune per infiltrazioni mafiose affermando: "Reggio oggi celebra la sua festa solenne, con una ferita aperta: lo scioglimento dell'Amministrazione Comunale per mafia e il conseguente commissariamento.
Una ferita aperta, sulla quale - ha sottolineato - vengono versati i veleni della lotta politica, della divulgazione di dati allarmanti sull'amministrazione della cosa pubblica, delle reciproche attribuzioni di responsabilità tra gli schieramenti politici, mentre una crisi terribile, economica e non solo, ha fatto aumentare la povertà delle famiglie, sta costringendo ad una nuova emigrazione, quella dei cervelli più promettenti, ha tolto la speranza ai giovani e ai meno giovani, che non trovano lavoro, e sembra aver costretto l'intera città alla perdita della speranza e alla resa, una resa che sta rendendo inoperose le sue potenzialità e le sue ricchezze, e sono tante".
Per Mons. Fiorini Morosini, inoltre, "da una impostazione egoistica nasce la schiavitù dello spaccio della droga, dell'usura, del gioco: la logica di questi mali é la stessa: vivere felici, senza lavorare, ma fare soldi alle spalle degli altri. Sono schiavitù dalle quali la nostra città si deve liberare. E sono schiavitù che, a loro volta, creano - ha proseguito - la schiavitù di persone innocenti. Pensate alle conseguenze del gioco e del consumo della droga sulle famiglie; alla disperazione delle vittima dell'usura.
Agli spacciatori di morte, in particolare, - ha dichiarato Fiorini Morosini - vorrei dire che nel volto di Maria c'é scolpito il volto di tante madri che piangono vedendo l'autodistruzione dei figli. Come si può guardare il quadro della Madonna, baciarlo, gridare viva Maria, e poi essere responsabili delle lacrime di tante madri in pena per i figli drogati? Come possiamo ancora tollerare che sulle nostre montagne si coltivi droga? Ma quale coerenza e dignità di credenti é mai questa?
La Vergine Maria voglia benedire quanti lavorano per liberare gli schiavi di questi mali. Ma non possiamo non dedicare un'attenzione tutta particolare - ha poi aggiunto - alla schiavitù dalla criminalità organizzata: intimidazioni, tangenti, estorsioni, violenza, minacce. Povera città nostra, povera Calabria, povero nostro futuro. Anche contro tali schiavitù bisogna lottare, perché la società se ne liberi. No, non ci può essere gioia in una società il cui vivere associato é minato da questi mali. I responsabili vadano davanti al quadro della Madonna e facciano il loro esame di coscienza; si inginocchino e ritornino - ha affermato - sui loro passi, ritornino al loro battesimo, loro che lo hanno profanato quando hanno ricevuto il battesimo dell'aggregazione criminale".
L'arcivescovo metropolita ha denunciato i drammi sociali che affliggono il Paese."Miei cari - ha detto - non posso ricordarvi qui gli elementi essenziali della giustizia sociale. Posso solo ricordare la disperazione e la rabbia della gente per le sperequazioni sociali, per l'abissale differenza tra stipendi milionari e stipendi di pochi euro, tra pensioni d'oro e pensioni di fame, tra doppi e tripli incarichi di lavoro e disoccupazione. Rabbia ingoiata - ha proseguito- per essere costretti a firmare buste paghe false, per stipendi non corrisposti a fine mese, per quelle somme non date da Enti pubblici che stanno costringendo tanti a chiudere le loro attività produttive.
E gli esempi potrebbero continuare. Miei cari, ma di quale consolazione possiamo parlare dinanzi alla Madonna, se non lottiamo contro l'ingiustizia e la risolviamo? Dall'altare non possiamo vendere illusioni. Bisogna correre ai ripari e rimediare: chi deve farlo, lo faccia senza indugio; soprattutto i cristiani, per coerenza con la propria fede. Sarà un segnale di rinascita per la città. E questo appello lo rivolgo anche a quelle istituzioni - ha aggiunto - che in qualunque modo dipendono e vengono ricondotte alla Chiesa: diamo l'esempio, se deve essere corretta qualcosa da parte nostra, per non ingannare la gente con discorsi spirituali vuoti e inutili". (AGI)