Le opere del crotonese Gaele Covelli restaurate ed esposte al Castello Carlo V
Gaele torna a casa. Quattro opere del popolare artista nato a Crotone nel 1872 e scomparso a Firenze nel 1932, dopo una attenta opera di restauro sono ritornate alla città e sono state presentate questa mattina, in anteprima, presso il museo civico del Castello Carlo V dove resteranno esposte al pubblico.
A presentare l’iniziativa voluta dall’amministrazione Vallone tesa al recupero di un tassello importante di storia crotonese l’assessore alla Cultura Antonella Giungata.
Con la titolare della delega alle politiche culturali, il dirigente del settore Vincenzo Scalera e la responsabile della biblioteca comunale Luciana Proietto oltre tutto lo staff dell’assessorato che ha lavorato con grande impegno negli scorsi mesi non solo per il recupero delle opere ma anche per la sistemazione degli spazi del museo che stamattina si offriva in tutta la sua bellezza.
I dipinti, olio su tela, raffiguranti “Gioie Materne”, “Ritratto del suocero”, “Autoritratto” e “Ritratto del fratello” di proprietà del Comune di Crotone sono state restaurate a cura della Soprintendenza per i Beni Storici ed Artistici della Calabria.
Un intervento molto delicato in quanto le superfici pittoriche si presentavano offuscate da vecchie vernici ormai ingiallite e ossidate con numerose cadute di colore.
L’intervento, finanziato dal Comune di Crotone, ha riportato alla lettura originaria delle opere.
Particolarmente emozionato e commosso Leonardo Covelli, pronipote del grande maestro, presente all’iniziativa che indicava nel nonno il signore i cui tratti nobili si stagliavano forti e imperiosi nel dipinto “Ritratto del fratello” che ha voluto pubblicamente lodare e ringraziare l’assessorato alla Cultura del Comune.
Di grande forza espressiva anche il dipinto “Ritratto del suocero” risalente al 1917 che raffigura il suocero di Covelli, Leopoldo Tacchi.
Molto tenera l’immagine della madre che guarda con amore il proprio bambino in “Gioie Materne” risalente al 1899.
Non poteva mancare uno dei dipinti più conosciuti del Covelli, un superbo autoritratto del 1906.