Sanità, Pacenza (Pdl) su aumenti addizionali Irap e Irpef del governo
“Nessuno ha mai avuto la presunzione di pensare che, in soli tre anni, il commissario avrebbe potuto portare a compimento il Piano di rientro dal debito sanitario. Ma che il centrosinistra ora scarichi tutto quanto sulle spalle di Scopelliti è davvero paradossale in quanto, l’eccessivo accumulo di disavanzo, è stato prodotto e poi ereditato proprio quando a governare era la giunta Loiero”.
Così il presidente della III Commissione Sanità Salvatore Pacenza in merito alla decisione operata dal ministero del Tesoro di aumentare ai massimi l’addizionale Irpef e Irap in Calabria e Molise per non aver raggiunto nel 2012 gli obiettivi fissati per i rispettivi Piani di rientro.
“La decisione – spiega l’onorevole Pacenza – è automatica e fra l’altro già annunciata dal ministero nella seduta del Tavolo Massicci dello scorso aprile. Nel verbale di quella riunione, infatti, era già contenuta tale previsione di aumento. Oggi il ministero del Tesono ha semplicemente deciso di applicare l’aumento delle addizionali, prendendo atto di quella indicazione effettuata dal tavolo di verifica. Ma in quel verbale c’era anche scritto che: ‘sulla base delle analisi condotte in relazione al debito 2007 non coperto, al disavanzo 2008 e 2009, al risultato di gestione 2011 e 2012, si stima il permanere di un debito non coperto di 198,940 mln di euro, scontando le risorse Fas per 578 milioni di euro che, al momento attuale, non sono disponibili e sono vincolate alla riprogrammazione del Piano Sud ancora non documentata.
In pratica – commenta Pacenza – è quasi tutto disavanzo non coperto delle passate gestioni quello da recuperare. Tutto ciò ha quindi pregiudicato il raggiungimento di alcuni obbiettivi fissati nel Piano di rientro. Ora, viene facile domandarsi: c’è stata incapacità da parte del commissario che è comunque riuscito a ridurre la spesa sanitaria nel periodo 2010-2012 dell'1,3%; oppure è stata anche e soprattutto colpa del centrosinistra guidata all’epoca da Loiero che, non solo non ha mai attuato il Piano di rientro, ma ha inoltre permesso irresponsabilmente che si continuasse con sprechi e diseconomie a danno del Sistema sanitario regionale? Strano il modo di leggere la situazione attuale quella formulata dal centrosinistra che, anziché avventurarsi in proclami pretestuosi sulla stampa, farebbe meglio a cimentarsi nella proposizione di soluzioni alternative ai tanti problemi che affliggono la Sanità di questa regione. In tre anni era impossibile recuperare decenni di errori commessi un po’ da tutte le passate gestioni. Sono d’altro canto convinto che, pur mettendo in conto di cambiare il commissario, neanche un’altra autorità riuscirebbe a fare di meglio allo stato attuale.
Lo dico in considerazione del futuro Programma operativo imposto dal ministero e delle continue verifiche cui esso sottopone la Regione sui conti e le decisioni intraprese per la sanità in Calabria. Basti pensare che Regioni come la Campania e il Lazio sono al loro settimo anno di commissariamento. I colleghi dell’opposizione, per tanto, farebbero meglio a battere la mano sul petto prima di avventurarsi in dichiarazioni per nulla ponderate rispetto ai problemi reali che affliggono i cittadini calabresi”.