Verso l’avvio dei lavori del nuovo ospedale di Vibo, soddisfatta la Cisal

Vibo Valentia Salute

“La notizia è di quelle che lasciano respirare un po’ d’aria nuova rispetto a quella assunta fino ad oggi. E’ il primo e positivo atto utile a dare un serio colpo al fenomeno dell’emigrazione dell’ammalato. Un obiettivo che era nei sogni più immediati della popolazione vibonese, stanca di dover fare i conti con una struttura ospedaliera degradata, sempre soggetta a rattoppamenti e dotata di servizi che non sempre hanno risposto positivamente alla continua domanda di salute della gente. L’avvenuta aggiudicazione dell’appalto dei lavori per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Vibo Valentia lascia capire che qualcosa di nuovo si muove sul fronte della sanità vibonese e che le preoccupazioni, le difficoltà ed i disagi che hanno accompagnato la popolazione in questi lunghi anni sono destinati ad essere superati”.

E’ quanto afferma in una nota stampa la Segreteria Provinciale della Cisal di Vibo sottolineando inoltre che “Adesso, come afferma il consigliere regionale Pietro Giamborino, al quale va dato atto del suo pressante interessamento risultato utile per ridurre le distanze verso l’avvio dei lavori dell’attesa opera, la palla passa in mano al Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti invitato a riconoscere al nuovo ospedale vibonese, attraverso il nuovo piano operativo 2013/2015, tutte le specialità previste ed in necessari posti letto”.

“Se si guarda a quelle che dovranno essere, necessariamente, le priorità per mettere in piedi un ospedale d’avanguardia, sostenuto dalla più moderna ed avanzata innovazione tecnologica e scientifica – prosegue la nota del sindacato - non v’è alcun dubbio che i 140 milioni di euro investiti per la costruzione rappresentano una somma, come peraltro sempre accade, non sufficiente per rispondere ai più immediati requisiti richiesti. Il non derogabile investimento in tecnologie avanzate e la opportunità di potenziare l’attuale rete dei servizi ospedalieri spiega quanto sia importante che sin da oggi la Regione Calabria pensi più concretamente al suo determinante intervento che non può non andare oltre l’importo previsto per la consegna “chiavi in mano” dell’opera”.

“La lotta al fenomeno dell’emigrazione dell’ammalato resta sempre il primo concreto obiettivo di chi andrà a gestire la nuova attività ospedaliera vibonese. I vibonesi – continua la segreteria provinciale - dopo il superamento di questa prima fase del progetto, ovvero l’avvio dei lavori, è giusto che pensino ad un ospedale che oltrepassi ampiamente l’odierna e modesta mappa dei servizi erogati, dotandosi di scelte capaci di dare risposte immediate a molte delle emergenze sanitarie che ogni cittadino potrebbe presentare in ogni momento della sua vita”.

“Pensare di affidarsi ad un nuovo e moderno maquillage solo strutturale dell’iniziativa – aggiunge la nota - sarebbe una partita persa in partenza. Quello di cui la sanità vibonese ha bisogno e di credere in un sistema medico scientifico avanzato e appunto pronto a frenare ogni possibile momento di fuga verso altre strutture esterne, per come, purtroppo, accade spesso oggi. Un progetto che diventa possibile se il Presidente della Regione Calabria deciderà di prendersi seriamente cura di una creatura, come il nuovo ospedale di Vibo Valentia, assicurandogli non soltanto il nuovo e moderno abito ma soprattutto un complesso di servizi utili a rappresentare la giusta risposta alle reali esigenze dell’ammalato”.

“E’ evidente che questi motivi – si legge ancora - stanno a significare che sulla rinnovata funzionalità del nuovo ospedale di Vibo Valentia occorrerà pensare sin da oggi, avviando una discussione, anche attraverso la gestione dell’attuale commissario straordinario, Maria Bernardi, che non può non coinvolgere, oltre che i cittadini e gli enti locali preposti, anche l’Ordine dei medici e quanti hanno la competenza a portare un solidale contributo per la realizzazione di una struttura all’altezza dei tempi e che – conclude la nota della Cisal - risponda adeguatamente alla cultura della gestione della buona salute”.