Spi Cgil di Crotone sull’operato dei distretti sanitari

Crotone Attualità

"Lo Spi Cgil, da più di un anno e mezzo, ha prima informato ogni singolo comune, dopo incontrato ogni Distretto Socio Sanitario della Calabria e poi, ha continuato a seguire tutto il cammino della elaborazione e della programmazione dei singoli Distretti, ad oggi non ci si può ritenere soddisfatti del lavoro di ogni singolo comune o distretto". E' quanto scrive lo Spi Cgil di Crotone.

"Pur nella diversificazione - continua la nota - in ogni distretto abbiamo verificato difficoltà oggettive, constatato limiti nella programmazione e progettualità, alcuni comuni hanno trovato giustificazione nell’assenza del personale, noi abbiamo verificato invece, la scarsa volontà in molte amministrazioni nel voler approfondire e cogliere appieno le opportunità che rappresentano i PAC per la qualità della vita dei nostri bambini e anziani, per la capacità di attirare risorse e quindi far muovere un po’ di economia, dare un aiuto alle tante famiglie alle prese con familiari bisognosi di cure, opportunità di un lavoro per i tanti inoccupati o disoccupati delle nostre comunità.

Qualche distretto non ha voluto cogliere ad oggi questa occasione di collaborazione fattiva con lo SPI e la CGIL, altri hanno voluto fare di testa propria e molti comuni hanno affidato al comune Capofila di Distretto l’intera partita di elaborare Accordi e progetti accontentandosi di qualche briciola come se si trattasse di dividere i soliti fondi regionali per numero di abitanti (in questo caso di anziani ) disconoscendo lo spirito dei PAC (partire dai bisogni). Vedi il Comune di Crotone quale comune Capofila di Distretto, che con testardaggine non ha voluto seguire i consigli che lo SPI aveva indicato e successivamente, dopo avere preso visione dell’accordo di programma ancora una volta rettificavamo con innumerevoli osservazioni.


Ritenevamo che fosse necessario un accordo tra i Comuni ed un altro con l’ASP e non un unico Accordo.

Non venivano recepite le Schede dai singoli comuni con i reali bisogni dei servizi agli anziani ed all’infanzia.

Non sono state esplicitate in modo chiaro gli impegni tra i comuni e l’ASP in termini di risorse finanziarie, umane e logistiche programmate, ne ore di assistenza previste per le cure domiciliari integrate per il biennio 2013/2014.

Le ripartizioni e le somme che ne derivano, non privilegiano l’ADI sanitaria rispetto a quella Sociale.

La ripartizione tra i singoli comuni viene fatta in base alla popolazione anziana e non in base ai reali bisogni,ciò significa che si sta programmando solo su basi economiche e non partendo dai dati di realtà.

Non c’è nessun impegno alla costituzione del PUA e alla costituzione della cartella elettronica socio-sanitaria. Il servizio si qualifica anche, (questo è lo spirito dei PAC ) con l’aumento delle ore di assistenza in ogni singolo comune senza penalizzare i comuni più piccoli.


AL Distretto di Cirò Marina diciamo che pur avendo apprezzato l’ACCORDO di Programma, non possiamo accettare l’accreditamento dei VOUCHER per l’erogazione dei servizi socio-assistenziali, ci duole vedere che altri sindacati accettino i VOUCHER , pur sapendo che è una forma di retribuzione penalizzante per i lavoratori. Avremmo preferito regolari assunzioni affinché si creassero le condizioni di un lavoro retribuito regolarmente e stabile nel rispetto dei relativi contratti. Questa forma di pagamento in base al numero delle persone che si intende prendere in cura è tra l’altro insufficiente a garantire un servizio di qualità, (Facendo un piccolo calcolo, una persona sarebbe assistita con circa 212 euro al mese ) ….che servizio sarà dato con tale somma ?


Il distretto di San Giovanni in Fiore; si è affidata a Formez (Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l'ammodernamento delle P.A ) non abbiamo date fissate per i Pac.

Ad oggi non hanno ancora sottoscritto alcun accordo di programma tra comuni di Distretto ne con L’ASP. (Riferiscono sia: in fase di realizzazione). Nella riunione in Prefettura ci s’impegna di arrivare alla data del 14 novembre con la definizione di ogni ACCORDO di PROGRAMMA, tra Comuni e con l’ASP.


Il Distretto di Mesoraca supportata dal CO.PRO.S.S. (Consorzio Prov.le per i Servizi Sociali), per programmazione, progettazione, organizzazione e gestione dei servizi alle persone), nella riunione del 6 novembre definisce l’accordo tra comuni e si prefigge la data del 14 novembre come data ultima per completare l’iter che porterà al progetto conclusivo.

Con il presente comunicato, lo SPI CGIL di Crotone vuole segnalare ed informare sulle divergenze, incomprensioni e disaccordi che rimangono, nonostante gli innumerevoli chiarimenti, tra lo scrivente sindacato dei pensionati ed i comuni capofila di Distretto Socio Sanitario di Crotone, Cirò Marina, Mesoraca, San Giovanni In Fiore, sulla partita dei (Pac) Piani di Azione e Coesione.


Servizi di cura all'infanzia e agli anziani non autosufficienti’. E’ un programma nazionale che si colloca nell'ambito del Piano d'azione Coesione (PAC).

E’ di competenza del ministro per la Coesione Territoriale ed è stato avviato, d'intesa con la Commissione europea, per accelerare l'attuazione di programmi finalizzati a favorire la coesione tra le regioni dell'Unione europea riducendo le disparità esistenti.

Essi potranno avere accesso alle risorse una volta soddisfatti i requisiti organizzativi e progettuali richiesti dai piani territoriali di riparto. L'obiettivo posto è quello di potenziare nei territori ricompresi nelle 4 regioni (della Convergenza) l’offerta dei servizi all'infanzia (0-3 anni) e gli anziani non autosufficienti (over 65), riducendo l’attuale divario offerta rispetto al resto del Paese.

La dotazione finanziaria è di 730 milioni, di cui 400 per i servizi di cura all'infanzia e 330 agli anziani non autosufficienti). I risultati attesi per i due ambiti di intervento sono i seguenti: servizi all'infanzia; aumento strutturale dell’offerta di servizi (asili nido pubblici o convenzionati; servizi integrativi e innovativi);estensione della copertura territoriale e sostegno alla gestione delle strutture; sostegno alla domanda e accelerazione dell’entrata in funzione delle nuove strutture; miglioramento della qualità e della gestione dei servizi socio educativi.

Servizi agli anziani non autosufficienti: aumento del numero di anziani in assistenza domiciliare; aumento e qualificazione dell’offerta di servizi residenziali e semiresidenziali; miglioramento delle competenze di manager, operatori professionali e assistenti familiari; sperimentazione di protocolli innovativi di presa in carico personalizzata dell’anziano socialmente “fragile”.