Abusivismo edilizio: sigilli a tre manufatti, denunce e sequestri del Cfs nel reggino
Risultati positivi ottenuti negli ultimi giorni sul fronte del contrasto all’abusivismo edilizio in provincia di Reggio Calabria. Il Personale dei Comandi Stazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Brancaleone, a seguito di specifiche direttive disposte dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria, ha individuato e sottoposto a sequestro giudiziario tre fabbricati e deferito all’Autorità Giudiziaria competente per territorio diversi soggetti ritenuti responsabili degli illeciti riscontrati. In dettaglio, due delle strutture sequestrate sono state individuate dagli Agenti del Comando Stazione di Sant’Eufemia in agro dei Comuni di Scilla e di Sant’Eufemia d’Aspromonte.
Il primo fabbricato è stato realizzato in località Runci in agro del Comune di Scilla; tale costruzione si ergeva all’interno di un bosco ceduo di castagno che era stato precedentemente ed inopinatamente estirpato. Dopo un’attenta attività di indagine condotta dal personale operante ed una puntuale analisi degli elaborati progettuali e dei dati ricavati dall’utilizzo di strumenti di rilevamento satellitare GPS e dal Sistema informativo della Montagna in dotazione a tutti i Reparti del CFS, si scopriva che il manufatto, pur essendo stato assentito con formale permesso di costruire, era stato realizzato all’interno di una particella vincolata paesaggisticamente, senza che tale aspetto determinate ai fini della legittimità fosse stato evidenziato nel corso dell’iter amministrativo che l’Ufficio tecnico del comune aveva precedentemente esperito per il rilascio dell’atto concessorio e, quindi, senza aver richiesto ed ottenuto il relativo nulla-osta. Come da giurisprudenza consolidata, tale aspetto rende inefficace e, quindi, nullo, l’atto di concessione edilizia. Per tali motivi, sussistendone i presupposti, si procedeva al sequestro penale dell’immobile ed a deferire all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, il proprietario del manufatto, tale V.C. di anni 39, nonché altri cinque soggetti, anche dipendenti della pubblica amministrazione, che, in concorso tra di loro ed a vario titolo, avrebbero favorito la realizzazione dell’immobile abusivo.
Il secondo episodio è stato riscontrato in località Piano di Spilinga in agro del Comune di S.Eufemia d’Aspromonte. In questo caso, sempre personale afferente al Reparto di Sant’Eufemia d’Aspromonte notava la presenza di un manufatto di circa 100 metri quadrati, realizzato in muratura e mattoni di cemento, di forma rettangolare sistemato ad un piano f.t. e con copertura in lamiera, adibito, al momento del controllo, a ricovero attrezzi agricoli. Dagli accertamenti effettuati, veniva constatato che il manufatto era stato realizzato in totale spregio alla normativa riguardante il vincolo paesaggistico ambientale ed in totale assenza di qualsiasi autorizzazione urbanistico-edilizia. A seguito di ciò veniva deferita all’Autorità Giudiziaria competente per territorio tale C.E. di anni 55. Esistendone i presupposti, il manufatto, seppur terminato, veniva sottoposto a sequestro penale anche in considerazione del fatto che i lavori eseguiti comportano un’alterazione sostanziale e definitiva dell’assetto urbanistico territoriale della zona ed una forte incidenza a livello paesaggistico ambientale.
Nel terzo episodio, nel corso di una normale attività di controllo del territorio, personale del Comando Stazione di Brancaleone ha individuato in località Lacchi in agro del Comune di Palazzi un fabbricato in corso di realizzazione di circa 130 mq., dinanzi al quale non era stato esposto il previsto cartello inerente l’apertura del cantiere. Tale particolare faceva scattare immediatamente gli accertamenti del caso, effettuati mediante l’ausilio di strumenti di rilevamento satellitare GPS e dal Sistema informativo della Montagna in dotazione a tutti i Reparti del CFS, grazie ai quali si riusciva ad individuare i proprietari del manufatto in L.D. di anni 43 e F.A. di anni 39. I due proprietari non riuscivano a produrre la necessaria documentazione atta a dimostrare la regolarità della costruzione del manufatto, che, pertanto, risultava essere in corso di realizzazione in spregio alla normativa vigente urbanistico-edilizia e paesaggistica. Con tali presupposti, venivano deferiti all’Autorità Giudiziaria competente, in stato di libertà, i due soggetti ritenuti responsabili dell’illecito. Inoltre il manufatto veniva sottoposto a sequestro penale.
In tutti e tre i casi, l’attività d’iniziativa del Personale del Corpo forestale dello Stato è stata convalidata dai competenti Tribunali, con l’emissione, da parte dei rispettivi Uffici del G.I.P., di altrettanti provvedimenti di sequestro preventivo.