Unical. P2 Occupata: non speculate sullo Statuto, la discussione dev’essere aperta
Martedì scorso, 19 novembe, si è tenuto il primo Senato Accademico presieduto dal nuovo rettore dell'Univesità della Calabria Gino Mirocle Crisci. All'ordine del giorno anche la modifica dell'articolo dello Statuto UniCal che norma il numero di docenti minimo necessario a mantenere in vita un dipartimento. Sembra quindi che la tanto attesa riforma dello Statuto stia iniziando.
“Non nel migliore dei modi, stando alla cronaca”. Sostiene il Laboratorio Politico P2 Occupata. “Quest'ultima seduta del Senato Accademico - spiegano - aveva infatti delle premesse bollenti. Eppure, nonostante l'animato scambio di lettere sviluppatosi attorno all'argomento, nel chiuso della seduta non ci sono stati sconvolgimenti e la riduzione del numero minimo di docenti necessario per il mantenimento dei dipartimenti è stata approvata con la quasi totalità dei voti favorevoli (1 contrario e 3 astenuti)”.
“Come studenti di questa università – proseguono dal Laboratorio - non possiamo non essere attenti a questa vicenda, come allo scambio di comunicati che l'ha accompagnata. Anche se abbiamo l'impressione che non si riesca a discutere a lungo di cose importanti. La questione, infatti è di fondamentale importanza. Modificare lo Statuto è uno dei passaggi che può trasformare la forma e la sostanza della nostra università. L'applicazione della scellerata riforma della governance ha imposto una radicale trasformazione dell'Ateneo gestita in maniera non partecipata (come per la costruzione dei nuovi Dipartimenti e per la successiva ri-scrittura dei Regolamenti interni). Da molto tempo, infatti, denunciamo una mancanza di informazione, trasparenza e coinvolgimento nella comunità universitaria dell'UniCal. Come scrivevamo già a maggio di quest'anno”
Entrando nel merito della modifica approvata dall'ultimo Senato, “non pensiamo che – affermano ancora gli studenti - vincolare per cinque anni al loro nuovo dipartimento professori e ricercatori che si trasferiscono possa essere una soluzione reale. Servirà, invece, a mantenere invariato l'attuale assetto ed a conservare determinati equilibri di potere. Continuando nell'onestà intellettuale, non crediamo si possa ancora gestire questa università con i vecchi metodi, con il solo consenso di “quasi tutti i direttori di dipartimento”.
“E' stato proprio il metodo delle riunioni a porte chiuse ad aver creato tutto questo. Perciò questo metodo non può che essere contrastato da chiunque abbia a cuore il futuro di questo Ateneo. In quest'ottica – concludono - sembra un segnale positivo l'assemblea voluta dal nuovo Rettore per fine anno, noi ci saremo, sperando che non voglia essere come il rituale (e vibrante) messaggio del Presidente della Repubblica”.