Cosenza. Le donne della Cgil presenti all’inaugurazione del centro antiviolenza Lanzino
Il 25 novembre verrà celebrata la Giornata Mondiale Contro La Violenza Sulle Donne, istituita dall’ONU nel 1999 in memoria delle tre sorelle Mirabal di Santo Domingo, dette “Le mariposas” cioè le farfalle, uccise a bastonate il 25 novembre 1960 dai sicari del dittatore Trujillo, al quale si opponevano con grande determinazione: il loro brutale omicidio spinse i domenicani a ribellarsi e rovesciare il tiranno.
Anche quest’anno, dunque, ci sarà la mobilitazione di milioni di donne nel Paese, con la CGIL in prima linea ed il coinvolgimento delle “lavoratrici e dei lavoratori, perché in quella giornata sia dentro che fuori dai luoghi di lavoro venga dato il massimo risalto possibile ad una piaga che colpisce l’Italia oltre limiti non più accettabili”.
A Cosenza il Coordinamento Donne della CGIL, anziché promuovere una propria iniziativa ha scelto di partecipare ad un evento significativo che si svolgerà proprio nel pomeriggio del prossimo 25 novembre, alle ore 18, quando verrà inaugurata a Cosenza, in Via Ernesto Fagiani, 17 – ex INAPLI, la nuova sede del Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”, in locali messi a disposizione dalla Provincia di Cosenza.
Il Centro Lanzino opera ormai da anni nel territorio - da quando il femminicidio non era, per così dire, neppure assurto agli onori della cronaca - tra grandissime difficoltà, anche di natura economica, ma potendo contare su una rete di donne che non hanno mai mollato, consapevoli di portare avanti un battaglia difficile, dovendo superare il cinismo e l’indifferenza di una società distratta ed indifferente.
Solo nel primo semestre del 2013, infatti, sono state uccise 81 donne per mano dell’uomo che avevano od avevano avuto vicino, un compagno di vita, la cui implacabile violenza aveva magari avuto inizio con segnali spesso sottovalutati, non solo dalle stesse donne ma spesso anche dalle istituzioni, “che – commentano dal coordinamento donne della Cgil - dovrebbero prevenire oltre che punire e contrastare le azioni delittuose, ma che finora, purtroppo, non hanno operato adeguatamente per frenare il dilagare della violenza di genere. Si tratta di un vero e proprio problema sociale, e peraltro in costante aumento, perché qualunque sia il luogo in cui si manifesta – la famiglia o il luogo di lavoro – la violenza è innanzitutto la negazione per le donne di vivere in dignità e libertà”.
“Per la nostra Organizzazione – affermano - è divenuto un impegno prioritario quello di fermare la cultura della violenza, perché la libertà femminile è metro di democrazia, perché maltrattare, violentare, uccidere una donna, una ragazza è una forma di violenza estrema che non riguarda solo la persona ma l’intera società ed in Italia – purtroppo in misura maggiore rispetto al resto del mondo occidentale – il femminicidio è un dato costante nel tempo, sintomo, appunto, di un deficit di democrazia ed è una sconfitta per tutti”.