“Amore al Vento” ha aperto il Programma conclusivo di “Unite in genere”
Attivamente Coinvolte onlus” Associazione Antiviolenza, il “Centro Regionale Antiviolenza “Mondo Rosa”, la Fondazione città solidale e il Centro ascolto “Aiuto Donna” hanno presentato la performance “Amore al Vento” che ha aperto il Programma conclusivo dell'evento "Unite in genere".
Il progetto è stato ideato e diretto dall’artista- insegnante Antonella Rotundo, che risponde ad una domanda che le artiste ricevono da sempre: “a cosa serve ciò che fai?” La risposta viene data attraverso un gesto quotidiano ed un ovvio gioco di parole. sono state protagoniste 16 donne, ognuna in rappresentanza della propria professione artistico-culturale.
L’opera si è composta sotto gli occhi di tutti i presenti: evocando una sorta “Camelot al femminile” delle Arti!
Grazie Alle performer : Caterina Arcuri (artista e Docente di Pittura), Lara Caccia (Critica d'Arte e curatrice), Marta Cerminara (artista), Carmela Cosco (artista-studentessa), Mariagraziosa Costa (docente discipline per le prog. architettoniche), Roberta Loprete (violinista-insegnante), Elvira Malysheva (artista-studentessa), Anna Mercurio (docente di storia dell'Arte e disegno), Marisa Provenzano (poetessa), Antonella Righini (docente di Storia dell'Arte), Antonella Rocca (artista-studentessa); Antonella Rotundo (artista-insegnante), Maria Teresa Sorbara (artista), Laura Stancanelli (artista), Maria Tarantino (artista-studentessa), Alessandra Tassone (insegnante di Danza).
Queste professioniste dell’Arte, con la loro partecipazione all'evento, difendono la loro scelta di: professione, passione, espressione, amore, dedizione e cultura. Al contempo lanciano un messaggio di solidarietà a tutte quelle donne che, a causa di tali scelte, subiscono violenze fisiche, morali e psicologiche in contesti familiari e nella società in genere.
Le “Donne D’Arte” hanno iniziato la performance deponendo fisicamente e simbolicamente il loro “cibo culturale” o “armi culturali” su una tavola rotonda coperta da una tovaglia bianca (posta al Centro della Galleria Mancuso).
Seguendo a turno, una per volta, quel gesto quotidiano di imbandire la tavola, non con gli elementi convenzionali, ma con i loro strumenti di lavoro. Dopo aver disposto l’ultimo oggetto simbolo, le performer una di fianco all’altra si sono disposte intorno alla “tavola rotonda”, per ascoltare il componimento della poetessa Alda Merini “Quelle come me” supportato da un video (realizzato da Carla Gioffrè). Al termine si e osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime di violenza.