Maltempo: Coldiretti, allerta da Calabria a Basilicata
Il maltempo si abbatte sulle Regioni a maggior rischio idrogeologico come la Calabria e la Basilicata dove il 100 per cento dei Comuni ha parte dei territori a rischio per frane ed alluvioni mentre la percentuale scende al 78 per cento in Puglia e al 70 per cento in Sicilia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento all' allerta meteo emesso dal Dipartimento della Protezione civile per la perturbazione con precipitazioni di forte intensità che interessa anche Marche (99 per cento), Toscana (98 per cento) e Sardegna (81 per cento) dove è ancora in corso la conta dei danni.
La tropicalizzazione del clima con il ripetersi di eventi estremi - sottolinea la Coldiretti - ha fatto salire ad oltre il miliardo il conto dei danni e delle perdite provocata alle campagne nel 2013. Siamo di fronte - precisa la Coldiretti - ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest'anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire.
Servono le opere infrastrutturali per la raccolta e la regimazione delle acque in una situazione in cui nell'82 per cento dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni. La dimensione del rischio è ovunque preoccupante, con una superficie delle aree ad alta criticità geologica che si estende per 29.517 chilometri quadrati pari al 9,8 per cento del territorio nazionale con il risultato che in Italia quindi, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni.
A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni. 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno - conclude la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento che non riesce a d assorbire la violenta caduta dell'acqua. (AGI)