Amendolara, per il maltempo crollato il muro del castello
Avversità meteorologiche, pioggia e vento forte. Colpita tutta la costa. Il Paese della Secca, così come altri territori dello ionio calabrese, è stato vittima del vortice meteorologico.
Numerosi e gravi i danni nelle diverse zone cittadine. Dall'esondazione del torrente Straface (che ha rischiato di straripare sull'abitato) a quello del fiume Ferro. Danneggiate anche le pompe di sollevamento del depuratore. Sono parzialmente crollate le mura di cinta del Castello Federiciano risalente al secolo VIII-IX. Nonostante i momenti di paura e allarme, la situazione è stata tuttavia tenuta sotto controllo dall’organizzazione comunale, evitando maggiori danni e il peggio. Si attende, adesso, una valutazione dei danni per chiedere l'intervento della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza.
A darne notizia è il sindaco Antonello Ciminelli che aveva ordinato la chiusura delle scuole anche nella giornata di oggi, lunedì 2. Il Primo cittadino ringrazia pubblicamente i numerosi volontari, il Centro operativo comunale (Coc), l'associazione di protezione civile locale la “Blue Rescue” e il Diving Center “Ogigia” impegnati, in questi giorni ed in queste ore, per garantire sicurezza e evitare maggiori disagi alla popolazione.
Per scongiurare danni più gravi, si è intervenuti con ruspe sia di proprietà del Comune che di privati, soprattutto per far defluire le acque che rischiavano di arrivare a pochi metri dall'abitato. Il torrente Straface è stato tenuto sotto costante controllo e ricondotto nell'alveo. Diversi interventi hanno interessato il fiume Ferro, in particolare presso alcune abitazioni a rischio.
"Credo che la Protezione Civile non è qualcosa che basti istituire per legge. Lo Stato e le regioni – spiega Ciminelli – ma soprattutto il Governo centrale, hanno l'obbligo di progettare un sistema di Protezione Civile al passo con i tempi. Istituire dall’alto non può significare, come sta succedendo anche in questo caso, solo uno scarico di responsabilità. Censuriamo, in particolare, le parole dette nei giorni scorsi del Capo della Protezione Civile Nazionale Gabrielli il quale – afferma Ciminelli – dovrebbe invece stare di più sui territori. Gli interventi non si fanno sulla carta ma vanno adeguati alla vastissima e variegata morfologia dei territori italiani.
Pertanto nei prossimi giorni – annuncia il primo cittadino – il Comune assumerà l'impegno di organizzare un evento pubblico di informazione e sensibilizzazione nel quale evidenziare le criticità più gravi su questo fronte e trovare per esse soluzioni concrete al di là dei proclami. Il precario funzionamento della macchina organizzativa della Protezione Civile – va avanti – sia a livello nazionale ma anche regionale, fa sì che gli allarmi rischino soltanto di generare solo psicosi che potrebbero essere fatali nei momenti in cui per davvero necessitano interventi e azioni concertate ed efficaci. I comuni non possono essere abbandonati a se stessi.
La situazione disastrosa degli enti è tristemente arcinota. Così come pure il dissesto idrogeologico in cui versa tutto il territorio, una situazione drammatica che non può essere affrontata con i soli scarsissimi mezzi a disposizione sui territori. A questo punto – conclude il primo cittadino – deve essere condivisa la necessità di un rapporto più sinergico di quanto non lo sia oggi tra Comune, Provincia, Regione e Stato. Altrimenti, dal solito scaricabarile all’italiana deriveranno solo danni sui cittadini: saranno popolazioni e territori a pagarne le conseguenze purtroppo annunciate. Invocare la responsabilità dei sindaci, così come ha fatto Gabrielli – non serve a niente".