Prodotti Made in Italy, il dopo Brennero analizzato dalla Coldiretti Calabria
La manifestazione della Coldiretti al valico del Brennero “La battaglia di Natale:scegli l’Italia” alla quale hanno aderito - commenta Pietro Molinaro che ha guidato la delegazione di imprenditori agricoli – tante Istituzioni e molte cooperative, ha posto sicuramente al centro dell’attenzione, delle forze politiche, economiche ma ancor di più dei cittadini la difesa del “Made in Italy”. Adesso, non abbiamo alibi e non possiamo rimanere indifferenti - ha aggiunto Molinaro - di fronte ad un fenomeno che, oltre a danneggiare la nostra economia, è una vera truffa ai danni di ignari consumatori convinti di acquistare italiano ed invece finiscono con il consumare prodotti diversi e sicuramente non all’altezza dei nostri elevati standard qualitativi”.
La manifestazione che si è svolta in contemporanea anche a Roma in piazza Montecitorio ha voluto rappresentare al Parlamento e al Governo il pericolo, per le nostre aziende virtuose, della mancanza dei regolamenti attuativi della Legge 4/2011 per una normativa chiara sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti. Ai nastri di partenza del Piano di Sviluppo Rurale 2007-13 insieme all’ordine regionale degli agronomi avevamo detto - prosegue - che lo strumento di programmazione ed investimento poteva consolidare la presenza e l’attività di circa 4900 imprese e la nascita di 1600 nuove imprese che potevano generare complessivamente 31mila posti di lavoro oltre a potenziare ed incrementare possibilità occupazionali scaturenti dall’indotto e dall’agricoltura multifunzionale. Analisi e dati che oggi confermo e che possono aumentare se intensifichiamo i controlli ai troppi “Brennero” (vedi il Porto di Gioia Tauro) che ci sono in Calabria e contestualizziamo scelte in favore del “Made in Calabria” nel nuovo strumento di programmazione 2014-2020. Dopotutto, anche i dati recenti diffusi dall’Osservatorio della Regione sull’export e dall’Assessore all’internazionalizzazione Fedele, ci dicono che oltre il 30 per cento delle nostre esportazioni riguarda l’agroalimentare calabrese, che viene apprezzato e richiesto da molti paesi europei ed extra-europei.
E allora coraggio Calabria, è l’appello di Molinaro: continuiamo con maggiore impegno e convinzione a seguire questa direttrice per creare sviluppo e lavoro i risultati continueranno ad esserci perché abbiamo una ricchezza sia in termini di qualità che di varietà della nostra agricoltura. Non rendiamoci complici -conclude - della svalutazione della nostra migliore produzione di qualità in campo agricolo ed agroalimentare e conseguentemente dell’inganno dei consumatori attirati da prodotti a basso costo, frutto della concorrenza sleale, con possibili rischi per la salute”.