Lamezia, Casapound impicca manichini contro aumento tasse comunali
Manichini impiccati in centro città, "uccisi dalla cattiva amministrazione". Questa è l’azione shock messa in atto ieri sera, per le vie del centro cittadino di Lamezia, per protestare contro l’aumento incondizionato delle tasse comunali. A rivendicare l’azione è Casapound Lamezia che impicca manichini, "vittime malamministrazione" con Mimmo Gianturco, responsabile regionale dall’associazione di promozione sociale CasaPound Italia.
“Lavoratori che non ce la fanno più, famiglie che tagliano sulle spese essenziali, imprenditori indebitati, strozzati da tasse e usura (legale e non). Sono questi – afferma Gianturco - i suicidati dallo Stato, che non ce l'hanno fatta più, che non hanno trovato più un lavoro oppure un senso nel lavorare senza potersi godere i frutti del proprio impegno. E sono le stesse categorie di quanti già hanno detto basta che vengono, ancora una volta, colpiti dalla pubblica amministrazione, da una pessima amministrazione qual è stata la giunta Speranza, che con il buco di bilancio da nove milioni di euro e il probabile dissesto finanziario del Comune di Lamezia Terme, ha lasciato sotto l'albero di natale dei lametini un pacco stracolmo di tasse”.
“È per questo che CasaPound ieri sera – continua il responsabile - ha simbolicamente "impiccato" diversi manichini in città; un segnale di dissenso forte, che mira a rappresentare le conseguenze di politiche governative e locali sull'Italia che produce e lavora. Revoca dell'esonero per le categorie più deboli alla mensa scolastica, aumento dell'IMU dal 4x1000 al 6x1000, aumento dell'IMU sulla seconda casa dal 7,6x1000 al 10,6x1000, addizionale Irpef più che raddoppiata (dallo 0,35% allo 0,80%) e la Tarsu che rimane stabile sul massimo imponibile, questo è il regalo di Natale fatto dall'attuale amministrazione comunale alla città”.
"Non possiamo pensare e far pensare alla gente - conclude Mimmo Gianturco - che non ci sono altre risposte, che non esistono colpe e che tutto è da imputare alla crisi e ai tagli. La buona amministrazione è proprio contro queste difficoltà che combatte. Nell'abbondanza delle risorse siamo tutti capaci a governare la cosa pubblica. Gianni Speranza ha fallito e non può accampare giustificazioni.
È per questo che ci auguriamo che almeno le sue dimissioni siano veramente irrevocabili e che il suo ritiro dalla vita politica non debba essere imposto da nessuna Corte (ciò che peraltro vorrebbe dire l'accertamento dell'irreparabilità del buco di bilancio). I lametini dalla prossima tornata elettorale votino le persone nuove e i programmi politici veramente alternativi. Solo così potremmo realmente cambiare le cose".