Il Coisp scrive a Babbo Natale sulla situazione dei poliziotti in Calabria
"Caro Babbo Natale, per l’approssimarsi di questo Santo Natale abbiamo deciso di rivolgerci a Te a nome di tanti Poliziotti calabresi che, da troppi anni ormai, chiedono alle autorità competenti di riservare alle Forze di Polizia le giuste attenzioni che esse meritano". Questo l'incipit della lettera che il Cosp Calabria ha scritto a Babbo natale per sottolineare la situazione in cui sono costretti ad operare i poliziotti.
"Ma in tutto questo tempo - continua la missiva - abbiamo sperimentato, nostro malgrado, cosa significhi una voce che grida nel deserto, giacché le necessità di giustizia che reclamiamo da sempre per poter lavorare nel rispetto delle regole, dei diritti e della dignità, continuano ad essere eluse; con ciò abbandonando la figura del Poliziotto a quella triste sagoma col pugnale alle spalle con la quale il nostro Sindacato ha inteso ed intende energicamente rappresentare l’umiliazione patita dagli Operatori della Polizia di Stato e dagli altri colleghi delle altre Forze di Polizia, la loro professionalità calpestata, i loro sacrifici così vergognosamente ignorati dai Governi che, purtroppo, si sono alternati nel corso del tempo, come centrosinistra, centrodestra e tecnocrazia.
Ci rivolgiamo a Te, caro Babbo Natale, perché vane finora sono state le nostre voci indirizzate ai Ministri e ai Governi di turno. Con l’ulteriore beffa messa in scena dagli uomini della politica i quali fingono di ascoltare mentre, in realtà, sono solo abili nello sperticarsi in complimenti sparsi alle Forze di Polizia per l’impegno da esse profuso in condizioni disagevoli. Ma noi non abbiamo bisogno di questi complimenti. Non sono graditi. Non li vogliamo più, non sappiamo che farcene. Vorremmo piuttosto registrare un seguito alle classiche e rituali belle parole; un seguito che per essere concreto deve manifestarsi in risorse e mezzi di cui la Polizia di Stato necessita urgentemente.
Non si può più lavorare nelle difficoltà operative cui i Poliziotti calabresi sono costretti. Eppure essi, con estrema dedizione e con enorme spirito di sacrificio, garantiscono quotidianamente e in ogni dove la sicurezza del cittadino, a fronte dei risicati mezzi disponibili e degli stipendi più bassi d’Europa, al limite della decenza.
Nonostante tutto l’impegno profuso è massimo. Nella nostra regione, una regione “difficile” nel contrasto alla criminalità organizzata, siamo attivi con manifestazioni atte a diffondere la cultura della legalità, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni. Fra le altre, ci piace ricordare quella che si tiene ogni anno il 19 luglio – anniversario della strage di Via D’Amelio – giorno in cui, assieme alla coraggiosa redazione giornalistica di Catanzaro Informa e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Catanzaro, si organizza in uno dei quartieri più “difficili” del capoluogo calabrese un evento di sensibilizzazione per rimarcare l’importanza di “fare rete”, ovvero di considerare la questione sicurezza non come esclusivamente affine alla Polizia, bensì come impegno culturale più ampio che deve coinvolgere tutti al fine di inculcare il rispetto delle regole ad ogni livello.
Ma il nostro impegno, frutto del nostro essere un Sindacato Indipendente, autonomo e libero, è costantemente rivolto ad ogni istanza di giustizia attinente l’ambito della sicurezza e della dignità professionale: evidenziamo da anni come l’elevazione di Catanzaro a Questura di “fascia A” si sia solo limitata, purtroppo, al “vertice”; abbiamo proposto nel capoluogo di regione un distaccamento del Reparto Mobile di Reggio Calabria per offrire all’intera regione efficienza, efficacia e celerità nell’impiego del personale, oltre che notevoli risparmi economici. Recentemente ci siamo concentrati tanto sulle criticità operative del Commissariato di Serra San Bruno quanto sul Distaccamento della Polizia Stradale di Villa San Giovanni, mantenendo un occhio sempre vigile sulla Questura di Crotone, la cui sede sorge in un’area inquinata da pericolose scorie industriali e la cui vicenda sarà finalmente trattata in Parlamento.
Tante altre ancora sono le iniziative che il nostro Sindacato porta avanti, sia nell’ambito prettamente professionale dove occorre tutelare la categoria, sia in quello sociale e culturale, per essere aperti e dialoganti con l’ambiente esterno al fine di diffondere i germi buoni della legalità e della buona convivenza, come la convinta adesione che abbiamo recentemente dato all’associazione “Libera” per contribuire a combattere il racket e l’usura.
Vorremmo, caro Babbo Natale, che il nostro mestiere fosse considerato “normale”, normale anche quando ci togliamo i caschi e facciamo urlare giornalisti e politici sdegnati, quando fermiamo folli dinanzi Montecitorio e, versando sangue, ci tocca vederci inseguiti da retorica e ipocrisia, quando carichiamo e per “fortuna” ci sono feriti solo fra di noi, quando schediamo e violiamo la privacy. Perché vedi Babbo Natale il fatto è che non ci considerano normali. Ci considerano dei personaggi da fumetto tutto chiacchere e distintivo, pronti a interpretare, secondo il burattinaio di turno, ora “superman” ora il “cattivo”.
Siamo normali, gente normale messa a fare però un lavoro che, nella sua specificità, non ha eguali in un posto difficile per servire lo Stato, ricordalo tu Babbo Natale agli incravattati del “teatrino” angosciante.
Caro Babbo Natale, come vedi ci rivolgiamo a Te non per chiederti doni effimeri e vani, ma per raccontarti le vicende umane che attraversano quotidianamente il difficile operato delle Forze di Polizia, nella consapevolezza che le orecchie finora rimaste sorde e gli occhi finora rimasti chiusi possano aprirsi per seguire il giusto cammino indicato dalla stella che può – ed è questo infine che Ti chiediamo – guidarci verso anni migliori per la nostra divisa, per la nostra Regione, per il nostro Paese.
Dalla Calabria - conclude la lettera - una regione nel profondo sud d’Italia, ti auguriamo un buon Natale ed un felice 2014".