Morano Calabro: sabato e domenica “Natale in casa Cupiello”

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Eduardo De Filippo

Continua la tredicesima stagione di TeatroMusica all’auditorium comunale di Morano Calabro. Questa volta tocca ai padroni di casa de L’Allegra Ribalta che, sotto la regia di Casimiro Gatto, si cimenteranno in un classico della commedia napoletana: “Natale in casa Cupiello”. Lo spettacolo sarà in scena sabato 21 dicembre alle 20.30 con replica domenica 22 dicembre alle 18,30.

“Natale in casa Cupiello” è una delle opere più apprezzate e conosciute di Eduardo De Filippo. Fu scritta nel 1931 e rappresentata dal medesimo Eduardo con l’intera sua Compagnia Teatro Umoristico “I De Filippo”, nel 1932 al Teatro Kursaal di Napoli, dove inizialmente venne inscenato il solo atto unico del dramma. In seguito, Eduardo decise di lavorare accuratamente a questa commedia sottoponendola ad un’attenta revisione e così, nel 1934, si ebbe l’opera completa in tre atti.

“Il terzo atto non ebbi mai il coraggio di recitarlo a Napoli perché è pieno di amarezza dolorosa, ed è particolarmente commovente per me, che in realtà conobbi quella famiglia. - disse il grande drammaturgo - Non si chiamava Cupiello, ma la conobbi”. Da acuto osservatore della realtà, qual era, Eduardo seppe cogliere, forse più d'ogni altro artista, il sentimento che il Natale suscita nel cuore della gente mite. Nato in una città, dove tale ricorrenza è sempre stata oggetto di un culto forte, avvertito, finanche eccessivo, trovò quasi inevitabile descriverlo. Ovviamente, lo fece a modo suo, da drammaturgo, creando appunto Natale in casa Cupiello.

Il contenuto della vicenda è chiaro e non ha bisogno di commenti, la casa dei Cupiello riflette le sfaccettature, spesso dolorosissime, della realtà. Il presepe, di contro, è quel luogo di pace nel quale si confida ingenuamente, magari dimenticando che è solo un artificio. La trama è nota, ma gioverà ricordarla brevemente. È il mattino della vigilia di Natale e, come ogni anno, Luca Cupiello, appena desto, comincia a lavorare al suo presepe, nell'indifferenza della moglie Concetta e dello sfaccendato figlio, Tommasino, che gli ripete, con un cinismo quasi grottesco, che a lui il presepe non piace.

Ciò, ovviamente, provoca un certo disappunto in Luca, che crede tanto in quel simbolo e sta impegnandosi a fondo per realizzare un "capolavoro". Mentre è intento alla sua occupazione, scoppia una lite fra il figlio ed il fratello Pasquale. I due cominciano a beccarsi a causa di alcuni furti di vestiario commessi da Tommasino. Luca, con ammirevole pazienza, fa del suo meglio per sedare gli animi, onde trascorrere un Natale sereno. L'uomo però ignora il fatto più grave e cioè che la figlia, Ninuccia, è innamorata di un altro uomo e ha deciso di lasciare il marito.