Province, Marcianò: cambiano, ma restano
La Camera ha approvato il disegno di legge sulle Province e le città metropolitane: gli enti locali più discussi della storia repubblicana si allargano e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini
“E nel pieno della notte la Camera rivoluzionò le Province – commenta così il consigliere della Provincia di Reggio Calabria Michele Marcianò l’ approvazione del DdL sulle Province. Stanotte l 'assemblea di Montecitorio ha approvato il disegno di legge sulle Province e le città metropolitane che ora deve passare all’esame del Senato.
Quali saranno dunque queste novità tanto decantate e volute dal Ministro Derio che dovrebbero produrre tutto questo risparmio? Cosa prevede la nuova normativa? Le nuove norme prevedono la trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito; l’istituzione di 9 città metropolitane; la disciplina della fusione dei Comuni.
Nell’intento del disegno di legge promosso da Graziano Delrio, che dovrà essere ora discusso dal Senato, le Province comprenderanno aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini, ma dagli amministratori locali, che sceglieranno tra i sindaci dei comuni del territorio. Rispetto a oggi – prosegue Marcianò - non bisognerà pagare gli stipendi a presidenti, consiglieri e assessori. La struttura portante della Repubblica delle autonomie dovrebbe avere il suo perno su due soli livelli territoriali di rappresentanza politica: i Comuni e le Regioni. Gli enti locali "intermedi", le Province appunto, verrebbero insomma rivoluzionati senza essere aboliti.
Ma non si possono cancellare le prossime elezioni del 2014 per le 52 province in scadenza e le 20 commissariate nel 2012. Il governo e il Parlamento non hanno abolito le province, la verità è che non solo sono state mantenute, ma è stato fatto un gran pasticcio preoccupante. Perché con questo pasticcio sono a rischio servizi essenziali per i cittadini. Con questo provvedimento viene anche leso un diritto inalienabile di cittadinanza, vietando ai cittadini di votare chi li amministrerà!
Ma non è finita qui – conclude il consigliere Marcianò - perché, dovendo passare ancora all’ esame del Senato, l’ approvazione di questa legge farà parlare di sé anche sotto l'albero”.