Isola Capo Rizzuto, denunciati dai carabinieri sei extracomunitari

Crotone Cronaca

Nella giornata di ieri, i militari della Stazione di Isola di Capo Rizzuto, nel corso di un servizio di pattugliamento del territorio hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone sei cittadini extracomunitari, tutti ospiti del centro S.P.R.A.R. (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) “Oasi del Mediterraneo”, situato in località Marinella di Isola di Capo Rizzuto e gestito dalla Misericordia di Isola di Capo Rizzuto.

Dei denunciati, quattro sono di nazionalità somala e due nigeriana, per i reati di violenza privata ed interruzione di pubblico servizio in concorso.

In particolare, i cittadini extracomunitari ospitati nel citato Centro, dopo aver chiuso il cancello del cortile con lucchetto e catena, hanno impedito al personale addetto al servizio di ristorazione di lasciare la struttura di accoglienza.

I cittadini extracomunitari, presenti in Italia dall’Agosto del 2013, hanno, successivamente, bloccato la strada comunale antistante il centro, utilizzando pietre e rami, impedendo la libera e regolare circolazione delle autovetture, al fine di manifestare dissenso in ordine ai tempi necessari per il rilascio dei permessi di soggiorno.

Il blocco stradale, durato circa due ore nella mattinata, è terminato grazie all’intervento dei militari dell’Arma che hanno tempestivamente ripristinato la circolazione. Tali episodi di protesta violenta, messi in atto ad opera di cittadini extracomunitari ospitati nei centri di seconda accoglienza, purtroppo non rappresentano una novità per la provincia di Crotone.

Infatti, pochi giorni fa, a Rocca di Neto (KR), dieci ospiti, del locale centro S.P.R.A.R. gestito dall’associazione Pro.Civ. di Isola di Capo Rizzuto, tutte donne di nazionalità somala, sono state denunciate dai Carabinieri per violenza privata poichè, nel corso di una protesta relativa ai tempi lunghi nel rilascio dei permessi di soggiorno, si erano barricate nelle camere da letto ubicate al primo piano dell’edificio, bloccando con delle reti metalliche la porta di accesso ed impedendo alla responsabile del centro di accedere alle camere, nonché alle altre ospiti (in dissenso con la protesta) di uscire dalla struttura usando nei loro confronti anche pesanti minacce.

Queste ultime infatti, venivano tratte in salvo solo grazie all’intervento di un cestello meccanico dei vigili del fuoco, giunti in supporto alle forze dell’ordine.